Spot blasfemo “Amica Chips”, Simone Pillon: a quando una réclame su Maometto protagonista?

Valuteremo insieme ai colleghi giuristi dell’associazione san Tommaso Moro un bell’esposto per offesa al sentimento religioso, magari con richiesta di risarcimento

Sacerdote in ginocchio a mani giunte sull'altare

Sacerdote in preghiera davanti l'ostensorio sull'Altare

“Sono stanco di chi sfotte la fede cristiana per fare soldi e per questo me ne guardo bene dal pubblicare lo spot blasfemo di Amica Chips, con le patatine nell’Eucaristia, visto che è quello che si aspettano.
Meglio un ostensorio, che esprima il bimillenario rispetto che viene tributato da questa Terra al cattolicesimo.
Valuteremo invece insieme ai colleghi giuristi dell’associazione san Tommaso Moro un bell’esposto per offesa al sentimento religioso, magari con richiesta di risarcimento.
Quanto a me e ai miei familiari, da oggi sceglieremo solo altre marche.
Le Amica Chips le lasciamo a loro, per un uso appropriato.
A proposito, una domanda ai coraggiosi titolari dell’azienda mantovana: a quando uno spot con Maometto protagonista?
Paura eh?” Così Simone Pillon, politico italiano della Lega, sul caso dello spot blasfemo di Amica Chips.

Simone Pillon è uno degli organizzatori dei tre “Family Day” (nel 2007, nel 2015 e nel 2016) eventi realizzati da associazioni ed enti religiosi in opposizione all’estensione di determinati diritti alle coppie omosessuali. Dal 2015 al 2018 ha fatto parte del direttivo della Fondazione Novae Terrae, che ha ricevuto donazioni da alcune società estere, soprattutto russo-azere, con fondi che utilizza per finanziare campagne contro aborto e divorzio.