Tutor spenti nelle autostrade per il contenzioso sul brevetto

Un provvedimento che rischia di far salire l’incidentalità e la mortalità sulle nostre strade

In seguito agli ultimi sviluppi del contenzioso che il 10 aprile scorso ha visto Autostrade per l’Italia (Aspi) condannata dalla Corte d’appello di Roma per la contraffazione del brevetto, i sistemi Tutor per il controllo della velocità sono stati spenti.

Il provvedimento sembra essere arrivato dopo che ieri, con un’ordinanza, la Corte ha respinto l’istanza di Aspi che chiedeva la sospensione dell’esecutività della sentenza di condanna (in attesa di un nuovo ricorso in Cassazione).

Come riporta Il Sole 24 Ore, non è chiaro se la disattivazione del sistema riguardi le sole strade (autostrade e alcune provinciali) su cui è installata la sua versione originaria o anche quelle dove viene utilizzata la sua variante “semplificata” chiamata Vergilius (potenzialmente, la questione della contraffazione del brevetto riguarda ogni versione del Tutor), ma… Tant’è.

E la sicurezza stradale, ovvero uno dei punti su cui si basava l’istanza di Aspi? Ovviamente c’è il rischio che l’incidentalità e la mortalità salgano, ma… La Corte d’Appello ha affermato che non è tra gli interessi di cui Aspi si può considerare portatore, “essendo sottoposti alla cura dello Stato”.

Per questo, la società deve restare fuori dal giudizio civile sulla contraffazione del brevetto. Aspi non può nemmeno far leva sui suoi obblighi di gestore della strada sulla sicurezza: l’articolo 14 del Codice della strada parla sì dell’argomento, ma “in generale…sotto il profilo materiale (manutenzione etc)”.

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