Vivere in provincia: Rieti, la mamma storica di Roma

Strappata all’Umbria per decreto durante il fascismo, la provincia di Rieti è ricca di storia, bellezze naturali e tradizioni

Città di Rieti

Città di Rieti

Strappata all’Umbria per decreto durante il fascismo, la provincia di Rieti è ricca di storia, bellezze naturali e tradizioni. Con molte leggende sconfessate e fragilità palesate che si ripercuotono sulla vivibilità cittadina, sempre in bilico tra situazioni critiche e potenzialità inespresse.

Vivere in provincia: Rieti, la mamma di Roma

Il nome potrebbe derivare da Reate, il nome latino della città, dal quale deriva anche il nome degli abitanti: reatini. L’origine del nome latino potrebbe risalire a Rea Silva, la madre di Romolo e Remo. Che vennero solo allevati da una lupa, non generati, come qualcuno potrebbe pensare male. Lupa nell’idioma latino sta anche per prostituta. Infatti i postriboli erano chiamati lupanare. Da qui l’idea che i fondatori di Roma fossero figli d’una buona donna.

Tra le ipotesi sull’origine del nome anche l’abbondanza di acqua

Un’altra versione sull’origine del nome vorrebbe far derivare dalla radice greca reo (scorrere) il nome di Rieti. In effetti se c’è una cosa che non manca in questa provincia è proprio l’acqua.

Appena fuori dell’abitato cittadino ci sono le Fonti di Cottorella, un’acqua oligominerale molto pregiata. Nel comune vicino di Cittaducale si trovano le sorgenti del Peschiera, l’acquedotto che rifornisce di acqua potabile Roma, con 550milioni di metri cubi all’anno.

A Cotilia ci sono le acque solfuree con le omonime terme. A nord le sorgenti di Santa Susanna, poi quelle del Cantaro e non distante da Rieti ci sono le famose Cascate delle Marmore, lungo il percorso del Velino.

Tornando alla leggenda storica, se Rieti si identifica con Rea Silva, allora potrebbe definirsi come “madre di Roma”. Un titolo che rivendicano anche altre città sulla costa, dove approdò Enea in fuga da Troia. Quando c’è da prendersi dei meriti insomma sono in molti a rivendicarli.

Quello che è assodato è che i romani avessero molto a che fare con i Sabini e la storia, o la leggenda, del Ratto delle Sabine starebbe a testimoniarlo.

Non è il centro d’Italia ma c’è molto vicino

Rieti si ritiene l’ombelico d’Italia, esattamente come Foligno, Monteluco e Orvieto. La disputa va avanti da anni. È difficile calcolare il centro esatto di uno stivale che va dalla Vetta d’Italia nelle Alpi Aurine a Punta Pesce Spada a Lampedusa e da Rocca Bernauda nelle Alpi Cozie a Capo d’Otranto.

Di fatto nel ‘600 presero altre misure, che non combaciano con le attuali dimensioni del Paese. Nella Piazza di San Rufo è visibile una targa in cui è scritto in 20 lingue “Centro d’Italia” e un monumento in travertino che raffigura il basamento di una colonna che indica il centro.

Il monumento non ha mai riscosso molto successo e approvazione pubblica, tanto che tra i Reatini è conosciuto con il soprannome di “caciotta“, che ricorda nella forma.

Secondo una serie di verifiche condotte da Giuseppe Angeletti, studioso e appassionato geografo di Perugia, e l’Istituto geografico militare (I.G.M.) di Firenze, il centro geografico d’Italia peninsulare sarebbe posizionato lungo il percorso dell’acquedotto romano della Formina, vicino a uno dei ponti romani più suggestivi della città di Narni, Ponte Cardona.

Né Rieti né Foligno, né altri quindi ma il centro d’Italia si troverebbe in provincia di Terni, che come città dell’amore spero vorrà sedare il conflitto. Il luogo è attualmente segnalato da un cippo con rilievo a spirale terminante con un elemento in acciaio, che permette al visitatore di toccare materialmente questo punto ideale, con nessun valore simbolico, a parte chi ci crede.

Rieti giù di 15 posizioni nella classifica del BenVivere

Nella classifica 2023 del BenVivere, pubblicata il 30 settembre sull’Avvenire. Rieti rientra nel numero delle province che perdono 15 posizioni in un solo anno, assieme a La Spezia e Trieste. Sono quelle con la peggior performance, anche se non sono tra le ultime province della classifica che riguarda 107 città italiane.

Prima, per la cronaca, è arrivata Bolzano, un primato che mantiene da tempo. Ultima Crotone, abituata alle posizioni basse che occupa fin dalla prima classifica di 5 anni fa. Tutte le cinque province laziali occupano posizioni di medio bassa classifica. È un po’ la storia ricorrente del Lazio: vorrei ma non posso o meglio potrei ma non ce la faccio.

Il “Rapporto sul Ben Vivere delle Province Italiane 2023” è stato curato da Leonardo Becchetti, Dalila De Rosa e Lorenzo Semplici ed è stato realizzato dalla Scuola di economia civile in collaborazione con il quotidiano Avvenire e con il contributo di Federcasse e Confcooperative.

La Perla “fragile” della Sabina, sempre a rischio sisma

Rieti non è grande, un pregio per la vivibilità. Ha una popolazione di 47mila abitanti su un territorio di 206 kmq. Anche se non è il centro d’Italia, Rieti resta un luogo prestigioso per le ricchezze storico artistiche, la bellezza del paesaggio circostante.

Con un’altitudine di 400 metri sul livello del mare nella Piana Reatina, racchiusa tra i Monti Reatini (Terminillo), i Monti Sabini e il fiume Velino. È una meta turistica importante per la sua storia, le architetture, le chiese, i palazzi e le testimonianze dell’epoca romana e medievale.

Rieti è un gioiello della Sabina. Il vero problema della città, come della provincia, è quello di tutta la fascia appenninica italiana. Si trova in un territorio sismico, interessato da un sistema di faglie che vanno dalla Conca di Rieti ai Monti Reatini. In passato hanno scatenato terremoti molto distruttivi. I sismi che si sono registrati qui, fin dall’epoca romana, sono stati tutti con magnitudo superiori a 5-6.

Lo stesso comune è esposto a possibili terremoti futuri e infatti tutto intorno se ne sono verificati diversi tra L’ Aquila (2009), Nocera Umbra (1997), Valle del Salto (1349), Valnerina (1979) e tutti ricorderanno quello di Amatrice del 2016.

Il boom nel dopoguerra

Storicamente Rieti non sarebbe neanche una città del Lazio. Se non fosse stata cooptata dal fascismo, sarebbe una tranquilla e verde provincia umbra. Nel 1923 tuttavia, il territorio reatino venne scorporato dall’Umbria e annesso al Lazio. 

Ma cosa leghi un reatino a un ciociaro o a un maremmano o peggio a un veneto dell’Agro Pontino, non si riesce a vedere. Così come tante sono le comunità e le culture unite sotto la bandiera italiana ma diverse per idioma, tradizioni, culture, paesaggio, gastronomia, anche solo nella Regione Lazio s’incontrano province tutte diverse tra loro.

Ma tutte connesse storicamente e culturalmente a Roma. La promozione a capoluogo di provincia ha fatto sì che Rieti avesse un periodo di crescita segnato dall’economia industriale del settore tessile (Snia Viscosa) e dall’arrivo della Montecatini nonché dal fenomeno dell’industria aeronautica Orla in connessione con l’aeroporto di Rieti.

Dagli anni sessanta una spinta ulteriore verso la crescita industriale si ebbe con la nascita del nucleo industriale di Rieti-Cittaducale, grazie anche ai contributi della Cassa per il Mezzogiorno. Però questa provincia, che pure si trova in una zona centrale tra nord e sud, est e ovest, non gode di collegamenti veloci, specie quelli su rotaia.

Riqualifica della aree industriali, il grande dibattito reatino

La presenza dell’A1 e della superstrada E45 che collegano Roma e il sud con Firenze-Bologna da un lato e Perugia -Cesena dall’altro hanno dato un po’ di sbocco a questi traffici ma la direttrice verso Ancona e L’Aquila – Pescara resta ancora complicata e comunque è privilegiata più Terni. La chiusura di molte aziende, inoltre, ha posto al centro del dibattito politico l’esigenza della bonifica e riqualificazione delle ex aree industriali, su tutte quelle dello zuccherificio e della Supertessile, ormai inglobate nel tessuto urbano per effetto dell’espansione edilizia.

Il percorso in auto verso Roma, sia passando per la Salaria che per l’A1 con il casello di Orte, è relativamente facile e breve. In un’ora al massimo si coprono i pochi chilometri che dividono Rieti dalla Capitale.  

Il treno (Trenitalia) impiega circa lo stesso tempo o 40’ di più a seconda del tipo di convoglio ma con un costo della metà dell’auto, il bus (Cotral) impiega lo stesso tempo lungo del treno, un’ora e 40’ ma con un costo ancora inferiore. In meno di un’ora si può viaggiare tra Rieti e la Stazione Tiburtina.

San Francesco e la storia del presepe

Come meta turistica, Rieti è apprezzata per la quiete, per le bellezze del suo passaggio, come pure per la buona gastronomia. Da vedere c’è molto e non posso che essere sbrigativo qui per via dello spazio ma potrete trovare ottime indicazioni sulle migliori guide.

Tra i monumenti e i principali luoghi d’interesse spicca la Cattedrale basilica di Santa Maria Assunta. Eretta a cavallo del dodicesimo e tredicesimo secolo, propone un affascinante esterno realizzato in stile romanico e un interno contraddistinto da quello barocco. Al suo interno, si trovano varie cappelle risalenti al Settecento e numerose opere scultoree realizzate da importanti artisti, tra i quali Gian Lorenzo Bernini, e una ricca collezione di meravigliosi dipinti.

Altre importanti testimonianze di arte sacra sono la Basilica minore di Sant’Agostino, la Chiesa di San Domenico, la Chiesa di San Francesco, la Chiesa di san Rufo, la Chiesa di San Pietro Martire. La Chiesa di Sant’Antonio abate commissionata al Vignola nel 1570, chiuso al pubblico e abbandonato in un colpevole degrado. La chiesa e il convento di Santa Lucia fondati nel 1253. Il convento, espropriato dopo l’Unità d’Italia, ospita un polo culturale che comprende la biblioteca comunale Paroniana e una sezione del Museo Civico.

Teatri e Palazzi impreziosiscono la cittadina

Invece, per le opere civili segnalo i resti del Ponte Romano,  Teatro Flavio Vespasiano, il Palazzo Vescovile, noto anche come Palazzo Papale, il Palazzo Comunale, il Palazzo Vincentini, oltre che un infinità di altri stupendi palazzi.

Nei dintorni di Rieti si trovano quattro santuari fondati da San Francesco che conferiscono il nome di Valle Santa alla piana in cui sorge la città. Nel territorio comunale reatino ricadono i santuari di Fonte Colomba e della Foresta, Greccio e Poggio Bustone. Queste ultime due famose rispettivamente per la nascita del presepe e per aver dato i natali a Lucio Battisti, uno dei geni musicali moderni.

Eventi religiosi e feste tradizionali coinvolgono popolazione e turisti

Rieti gode di una certa fama per i numerosi eventi che si tengono, più che altro legati alla tradizione religiosa. Uno di questi è la Processione dei Ceri. Al culmine delle celebrazioni in onore di Sant’Antonio da Padova. Ogni anno il 12 giugno avviene l’esposizione della statua del santo. Due domeniche dopo si tiene la processione, durante la quale la statua percorre le strade le strade principali della città adornate di fiori e addobbate con grandi luminarie.

Si tratta di un evento molto sentito dalla cittadinanza e durante la processione molti fedeli accompagnano il corteo portando dei grandi ceri vocativi accesi. Un’altra festa molto interessante è anche la Festa del Sole con il Palio della Tinozza. Si tratta di una manifestazione che si tiene ogni fine luglio e consiste in una serie di gare acquatiche che si tengono nel fiume Velino. Nei duelli sul fiume i concorrenti dei vari rioni cercano di far cadere l’avversario in acqua, colpendolo con una pertica.

Oppure si corre con biciclette munite di galleggianti e pale al posto delle ruote. O ancora si tiene una gara di barche fiumarole, una gara di nuoto e il Palio della Tinozza, quella più attesa, dove i concorrenti sono seduti all’interno di una tinozza e si spingono con un remo.

Perché vivere a Rieti, o trasferirsi nella Sabina?

A parte la necessità di farlo per motivi di lavoro o altro, questi luoghi offrono due vantaggi da non sottovalutare: sono ricchi di storia e di tradizioni, hanno una natura incontaminata e godibilissima, anche per chi pratica sci, trekking, bici, equitazione, attività all’aria aperta.

Chi scegliesse di vivere qui dovrà valutare bene quali siano le opportunità migliori. Il quartiere gioiello di Rieti è il centro storico, con le sue strade lastricate, i palazzi antichi e i monumenti. Vivere qui significa immergersi nell’atmosfera unica di una città che ha mantenuto la sua anima medievale

Villa Reatina è un altro quartiere molto apprezzato, vivace e comodo per i  numerosi servizi. Questa zona è ideale per chi cerca una vita di alta qualità, senza rinunciare alla tranquillità di una città a misura d’uomo. 

San Benedetto, con aree verdi e un’atmosfera rilassata è perfetto per chi cerca un luogo tranquillo, lontano dal caos ma allo stesso tempo ben collegato. La frazione è perfetta per chi vuole vivere a Rieti, ma anche vicino alla campagna. 

Il costo della vita varia in rapporto alla zona e al tipo di casa ma in media si trovano ancora soluzioni a prezzi contenuti rispetto a Roma. Secondo chi ci vive si può affrontare dignitosamente la vita a Rieti con 1.400€ al mese per persona o con 2.000 € per una famiglia di 4 persone. A luglio 2023 il prezzo medio di vendita di un appartamento a Rieti era di 1.122 euro/m2.  Se dovreste comprare casa controllate che sia stata costruita secondo criteri antisismici.

Le Riserve Naturali del Terminillo e dei Laghi intorno a Rieti

Le riserve naturali nei dintorni di Rieti sono molto frequentate durante il periodo estivo e primaverile. La Riserva del Monte Terminillo, invece, è la località sciistica favorita dai romani in inverno, grazie agli chalet, gli alberghi e le piste da sci.

Una veduta di Monte Terminillo

Si può raggiungere la zona attraverso la A24 e negli ultimi anni è stata creata anche una pista da fondo che può essere praticata in notturno. In estate la montagna presenta sentieri segnati dal CAI per praticare escursioni di trekking. Molto bella è anche la Riserva parziale naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile, che comprende più di 3000 ettari e si trova a 5km da Rieti.

Al suo interno si snodano diversi sentieri che permettono di godere di grandissime bellezze naturali come il lago Lungo e il lago di Ripasottile, gli unici bacini d’acqua naturali rimasti dopo il prosciugamento dell’antico Lago Velino.

Il Cammino di San Francesco: 80km in otto tappe

Nel 2003 è stato istituito il Cammino di San Francesco. Un percorso lungo 80 km suddiviso in otto tappe che permette di raggiungere i quattro principali santuari francescani: Greccio, La Foresta, Fonte Colombo e Poggio Bustone.

Il percorso nasce copiando l’idea del Camino de Santiago, in Spagna, che copre, fino a Finisterrae 870 km ma soprattutto è un grande successo economico e religioso per l’organizzazione profusa dalle amministrazioni lungo tutto il percorso, in termini di accoglienza, commerci, assistenza e servizi ai pellegrini. In Italia non ci mancano affatto cammini del genere, basti pensare alle varie vie Francigene che dalle Alpi attraversano la penisola fino a Roma e a Brindisi.

Non si capisce perché le amministrazioni pubbliche non abbiano mai investito su questi itinerari che darebbero linfa vitale alle economie dei luoghi che attraversano, con proposte che sarebbero anche molto più allettanti dal punto di vista paesaggistico, culturale, religioso e storico archeologico, di quelle che può offrire la Spagna oggi.

Questa è un’idea che al Ministero del Turismo e a chi si occupa di Beni Culturali e Gastronomia e Made in Italy conoscono bene da anni ma poco o niente è mai stato fatto con le Regioni interessate per attuarla. In Italia abbiamo questo “petrolio” e non lo utilizziamo! Seguendo il Cammino di san Francesco si possono ripercorre le strade del suo pellegrinaggio, toccando anche Rieti.

Chiunque viaggia viene provvisto di una sorta di passaporto di viaggio che viene timbrato ad ogni tappa. Alla fine del percorso viene rilasciato un Attestato del pellegrino dall’Ufficio del Cammino di Francesco. La strada presenta tutte le indicazioni necessario per raggiungere tutti i principali punti d’interesse.