A Cave arriva “Donna Fugata”, ristorante e pizzeria: nei piatti storie nobili di Sicilia

L’apertura sta suscitando curiosità in palati e occhi desiderosi di sapere come è stato studiato il concept di “Donna Fugata”

Ristorante Donna Fugata a Cave (Roma)

Ristorante Donna Fugata a Cave (Roma)

Sta per spalancare le porte un nuovo tempio del sapore. Giovedì 22 giugno a partire dalle ore 19, sarà inaugurato e aprirà i battenti “Donna Fugata”. Ristorante pizzeria a Cave (Roma), nella valle fra i monti Prenestini e i Colli Albani. Ampie sale interne ed esterne, con verande, pergole, gazebi nei 2000 metri di giardino. Giochi e intrattenimento per i più piccoli nella zona garden, entrata indipendente e ampio parcheggio.

L’apertura sta suscitando curiosità in palati e occhi desiderosi di sapere come è stato studiato il concept di “Donna Fugata”, ristorante nato da un’idea di Giuseppe Spinelli, imprenditore siciliano alla guida del Gruppo Spinelli nel quale annovera diverse società: dall’edilizia e movimento terra, all’immobiliare, tutte aziende note nel panorama nazionale. Il menù non sappiamo che ispirazione avrà ma siamo sicuri che non deluderà le attese.

“Siamo pronti ad aprire con questo grande progetto, unico nel suo genere» le parole di Giuseppe Spinelli”.

La storia di Donna Fugata

Nel 1410, morto il re di Sicilia Martino I, sua moglie, Bianca di Navarra, fu nominata reggente e regina di Sicilia. Si racconta che durante la sua reggenza, 1410-12, il conte di Ragusa Bernardo Cabrera, sebbene vicino la vecchiaia, chiese alla giovane e bella regina di sposarla; così con una fava avrebbe preso due piccioni: una giovane moglie e il regno di Sicilia.

Poiché la regina rifiutò di sposarlo, Bernardo Cabrera, che disponeva di un esercito proprio, la perseguitò, la catturò e la fece rinchiudere nel modesto castello di Donnafugata, da dove, con l’aiuto dei soliti servi fedeli disposti a morire per la propria regina, riuscì a fuggire e raggiungere il castello Maniace di Siracusa.

Successivamente raggiunse Catania e infine Palermo, da dove ordinò l’arresto del conte Cabrera, facendolo tradurre dinanzi al re di Spagna per farlo condannare. Ma il re lo graziò. Comprensione e solidarietà tra vecchi e donnaioli? Forse l’una e l’altra cosa. Da questa romanzesca storia e da un’altra che più avanti si racconta, il popolino fa derivare il nome Donnafuguata, che dovrebbe significare donna fuggita.