Avvocato Carlo Affinito: Galateo del telefonino

Oscar Wilde avrebbe potuto dire che “inviare un messaggio prima di una chiamata è un’arte che rende il disturbare gli altri il più gradevole possibile”

Le buone maniere applicate all'uso del telefono

Buona educazione al telefono

In un’epoca in cui la tecnologia avanza più veloce del tempo in una storia di H.G. Wells, i nostri fidati smartphone sono diventati quasi estensioni delle nostre personalità, un po’ come i daemon di Philip Pullman nella serie “Queste oscure materie”. Ma con grandi poteri, come direbbe lo zio Ben, arrivano grandi responsabilità, specialmente quando si tratta di interagire con cortesia e rispetto nelle nostre relazioni sociali.

Oscar Wilde avrebbe potuto dire che “inviare un messaggio prima di una chiamata è un’arte che rende il disturbare gli altri il più gradevole possibile”. Ecco perché è diventato un atto di pura cortesia mandare un messaggio per preavvisare una chiamata, specialmente in situazioni non urgenti.

Immagina di scrivere con la stessa premura di Jane Austen, cercando il momento giusto senza intralciare la giornata altrui, forse con un elegante “Caro signore, mi chiamo Tizio, avrei il piacere di parlarle riguardo a… Potrebbe indicarmi un momento opportuno per contattarla senza recarle disturbo?”.
La prudenza non è mai troppa quando si tratta di insistere con chiamate ripetute.

Se non c’è risposta, meglio mandare un messaggio che, con la saggezza di un re Salomone digitale, spiega le ragioni della nostra insistenza, sempre fuori da situazioni di emergenza.
Per non parlare della pacatezza richiesta nell’approcciare le telefonate con gli anziani, che come in un romanzo di Balzac, potrebbero vedere la tecnologia con una certa distanza rispettosa.

Mostrare pazienza e tolleranza migliora la comunicazione intergenerazionale, facendo ponti anziché barriere. E poi ci sono le videochiamate, moderni specchi magici che tuttavia non dovrebbero trasformarsi in uno spettacolo per passanti non consenzienti. Usare auricolari in pubblico è un gesto di discrezione che persino Lewis Carroll avrebbe apprezzato, evitando così di trasformare la nostra conversazione in una scena da “Alice nel Paese delle Meraviglie”.

Il comportamento a tavola non sfugge al nostro galateo: mantenere il telefono in modalità silenziosa o “non disturbare” durante i pasti è essenziale. Non si vorrebbe mai che un dispositivo elettronico si trasformasse in un intruso indesiderato come un personaggio fastidioso di una commedia di Molière.
Infine, mentre Shakespeare avrebbe potuto scrivere sonetti sull’uso moderato dei messaggi in compagnia, è vitale proteggere la privacy delle nostre conversazioni.

Limitare la documentazione fotografica degli eventi ci permette di vivere il presente con l’intensità di un romanzo di Dostoevskij, profondamente e autenticamente.
In conclusione, nel nostro moderno teatro della comunicazione digitale, adottare un comportamento rispettoso e consapevole nell’uso degli smartphone non è solo una necessità ma un imperativo morale. Come direbbe Tolstoj, “Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso”.

Ecco quindi l’importanza di discutere e diffondere queste linee guida, per migliorare non solo noi stessi ma il tessuto sociale in cui viviamo.

Avv. Carlo Affinito