Curzio: “Italia Paese con pochi omicidi”. Paoloni (SAP): “Non dimentichiamo quelli stradali”

Stefano Paoloni, sui dati degli omicidi in Italia: “C’è carenza di organico, incidenti stradali principale causa di morte nel nostro Paese”

Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia

Stefano Paoloni, Segretario Generale SAP

Cala il numero degli omicidi in Italia. Lo dice il Primo presidente della Cassazione, Pietro Curzio, in occasione della a cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Secondo Curzio il numero degli omicidi in Italia negli anni novanta era di poco inferiore ai 2000 ogni anno.

Tendenza migliorata, ma servono risorse

Una tendenza che è decisamente migliorata. Un dato importante secondo il magistrato, per collocare l’Italia tra i Paesi più sicuri in Europa e nel mondo.

Curzio lamenta Il problema legato alle risorse, ormai ridotte al minimo. Senza materiale umano, strumentale e finanziario adeguate non vi è stato turn over, con un rapido e progressivo crescere dell’età media del personale.

Il problema dei femminicidi

Un dettaglio utile secondo il Presidente è il dato riferito ai femminicidi, che in maniera ancora assai frequente avvengono all’interno di nuclei familiari, nella sfera emotiva ed affettiva. “122 su 310, vedono come vittima la donna” – ha detto Curzio – “Spesso ad opera del partner o ex partner. Il dato è ormai costante, anche se proprio nell’anno appena concluso in leggera flessione”.

Abbiamo intervistato Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia per un parere sull’argomento.

“E’ verosimile. Negli ultimi trent’anni il numero è stato aggiornato” – ha detto Paoloni. “Sono passati i periodi delle guerre di mafia, quando tra i vari clan si contavano qualche centinaio di morti all’anno. Nel tempo sono cambiate anche le tipologie di fenomeni criminosi, le richieste da parte del Paese si sono modificate e i tipi di reato sono cambiati. Tempo fa le rapine nelle farmacie o negli uffici postali avvenivano in grande quantità. Poi si è passati alle truffe online. C’è stata un’evoluzione anche nel crimine. E’ quindi necessario adeguarsi ai tempi, con normative, tecnologie e formazioni idonee per contrastare i fenomeni criminosi”.

Si sente spesso parlare di femminicidi e di omicidi avvenuti nell’ambito del nucleo familiare. E’ questo lo scoglio più difficile da superare?

“E’ uno dei tanti. Purtroppo le liti in famiglia continuano a esserci e sfociano in episodi di violenza. Anzi, c’è stato un aumento registrato nel periodo della pandemia. E’ un problema importante, per superare il quale si stanno affrontando degli sforzi importanti, ma non è l’unico. Ad esempio, una delle questioni che si sta cercando di affrontare riguarda i presidi presso gli ospedali. Soprattutto nei pronto soccorso. Una volta erano presenti i posti di polizia H24, poi a causa delle riduzioni d’organico, gran parte di essi sono rimasti scoperti da vigilanza. Oggi si registrano gran parte non solo episodi di violenza in generale, ma soprattutto nei confronti di personale sanitario. Questo è uno degli aspetti che andranno affrontati nel breve-medio periodo”.

Un altro dato da considerare è anche quello legato al fenomeno degli omicidi stradali…

“Per evitare gli incidenti stradali, anche i più gravi, è stato fatto molto. Circa 25-30 anni fa i morti erano circa 5000. Adesso siamo sotto i 3000. E’ stato fatto molto attraverso il contrasto alle stragi del sabato sera. Molto hanno significato i parecchi autovelox sulle strade, che hanno ridotto la velocità media. Molto ha fatto la disponibilità maggiore di etilometri. Purtroppo è un fenomeno di cui spesso ci si dimentica, se non dinnanzi a episodi eclatanti ed emotivamente coinvolgenti. Di fatto è una delle principali cause di morte nel nostro Paese. E’ uno dei reparti che piange di più la carenza di organico rispetto ad altri uffici. Il controllo delle nostre strade è fondamentale”.