Daniela Martani contro Vissani: il confronto fra l’essere e l’apparire

La locandina di Apicio è la rubrica di gastronomia di Domenico di Catania, consulente economista e chef

Ci sono dei momenti nella vita in cui bisogna dire a voce alta “Basta!”, si…davvero non si possono sentire e non si devono accettare passivamente delle parole senza senso, scaturite dalla mente di chi fa parte, a mio parere, della grande schiera dell’apparire e non dell’essere. Questa volta non voglio parlare di cultura enogastronomica ma di chi sfrutta in maniera assolutamente melliflua e superficiale questo tema. Mi riferisco alla vicenda di Daniela Martani e alle sue ultime considerazioni sullo Chef Gianfranco Vissani. Daniela Martani, ex pasionaria hostess di Alitalia conosciuta in televisione per quello che io considero lo scandalo culturale e sociale del Grande Fratello che attraverso i social e la televisione combatte le più accese guerre contro le ingiustizie degli onnivori e soprattutto carnivori essendo lei assolutamente VEGANA e che a Radio Campus si è dichiarata come donna “Ecosessuale”: “Gli ecosessuali pensano che la terra sia una vera e propria amante, moltiplicatrice di erotismo. E’ una cosa meravigliosa. Io sono ecosessuale, anche San Francesco parlava alle piante, ai fiori e agli alberi”.

E a questa affermazione inorridisco per vari fattori; innanzitutto si confonde l’amore per la terra, al sesso, per mero apparire, fare scena, fare marketing di bassissimo livello, si associa la parola sesso e erotismo sempre per fare audience, a meno che la Martani non soffra di qualche strana patologia psicologia/psichiatrica della sfera sessuale, e poi infine trovo di pessimo gusto e di poco rispetto per una figura così importante per la nostra nazione e per la cristianità e di tutte le religioni la citazione su, appunto, San Francesco. Ma d’altronde ci deve far riflettere in un intervista a Radio Kiss Kiss al “Pippo Pelo show” condotto dall’intelligente e sagace Cesare Falcone in arte appunto Pippo Pelo, dove ha ammesso sorridendo di essere stata una cretina a non andare al letto con lo spensierato cinquantenne re della bella vita – altro nobile esempio della cultura italica, “Gianluca Vacchi” – non solo ha i soldi, ma è pure ben dotato. Scherzando ha chiuso dicendo di essere proprio una deficiente! Bene l’ha detto lei …e questa è l’unica sua considerazione che condivido appieno.

Ma passiamo a Gianfranco Vissani, cuoco, scrittore di testi di cucina, esperto gastronomo e grande conoscitore di materie prime, ha fatto la vera gavetta in cucina nel mondo e in varie città turistiche fra il nord e il sud Italia fino a quando nel 1973 rileva il ristorante del padre sulle rive del lago di Corbara, alterna viaggi all’estero per conferenze e lezioni di gastronomia senza mai tralasciare il vero lavoro di cuoco nella sua cucina e scrive testi per la cucina iniziando a collaborare con testate giornalistiche e diventa uno dei primi “chef televisivi” infatti negli anni novanta precisamente nel 1997 partecipa a trasmissioni della RAI come Unomattina, Domenica in e Linea Verde che condurrà dal 2002 in coppia con Paolo Brosio. Dal 2008 al 2011 è giudice alla Prova del cuoco prima condotto da Elisa Isoardi e poi dalla Antonella Clerici. Di riconoscimenti, Gianfranco Vissani, ne ha avuti tanti, oltre alle due stelle della guida Michelin pochi forse ricordano che per ben vent’anni il giornale Espresso lo ha inserito al primo posto della speciale classifica dei ristoranti italiani. Nel 2012 per il Gambero rosso il suo ristorante ha conquistato il primo posto. Personalmente, frequentando ormai da oltre un decennio il settore, ho conosciuto Gianfranco, e lo trovo una persona dotato di una grandissima cultura culinaria e non solo, mi sono confrontato più volte con lui sulle materie prime (di cui Vissani ha contribuito alla realizzazione della certificazione di una miriade di prodotti i.g.p. d.o.p. e p.a.t.), anche del mio territorio, e posso affermare con assoluta certezza che la sua competenza è sia pratica, quella di chi da sempre ha lavorato direttamente e trasformato le eccellenze del nostro territorio in vere e proprie alchimie culinarie ma anche scientifica, di chi ha approfondito studiando e, ha appunto, sperimentato, in primis sapori, odori e gusti. Insomma, per m,e un vero Maestro. Bisogna dire che, nella sua ironia, a volte eccede per eccesso di sincerità di pensiero, infatti questo, lo ha reso per certi versi “Negativamente popolare” per alcune sue affermazioni poco favorevoli su altri colleghi.

A questo punto mi sembra di aver fatto un confronto sui i due personaggi dove sono oggettivamente lapalissiane le rispettive competenze…

Andiamo all’episodio che ha fatto scatenare in me la stesura del presente articolo… Voglio fare delle premesse, per mia natura sono contro tutti i tipi di estremismo, fanatismo, sono fortemente convinto che “In medio stat virtus” per cui, pur rispettando le posizioni di tutti, essendo convinto onnivoro e quindi anche carnivoro, senza disdegnare la cucina vegetariano/vegana, non sopporto, ripeto, le posizioni di estremo fanatismo, ancor di più perché a mio parere fa moda. Daniela Martani che vede il suo “maggior splendore” nella frase scagliata contro Vissani: “Se pesi 150 chili non puoi venirmi a dire cosa devo mangiare. Non sei credibile”. Questa frase, oltre a dimostrare la pessima educazione della tipa vuole sminuire l’acclarata esperienza e competenza di una persona, infatti, purtroppo, chi non conosce non può permettersi di parlare, d’altronde chi ignora come viene definito? Come chi ignora spesso è perché non comprende nemmeno bene o non lo vuole fare. Un esempio è appunto la frase che imputa dall’alto del suo scranno “Vegano”, sempre allo chef in cui quasi godeva nello spiegare come lui uccide gli agnelli. Specificando che gli agnelli li preferisce piccolissimi, appena nati, perché così più gustosi. E lei replica dicendo “Ma come si possono dire certe cose pubblicamente? La macellazione prevede delle regole, questo non è macellare l’animale, questo è sadismo puro. C’è il pericolo d’emulazione”. NON E’ VERA, Gianfranco Vissani ha detto che il padre uccideva gli agnelli (anch’io ritengo che Gianfranco poteva magari evitare di dirlo) e non lui, ribadisco, ma il padre! Di fatto era un’altra epoca e tutti i ristoratori uccidevano gli animali da cortile!

Ma io dico come è possibile che viene concessa una tale manipolazione della verità con tanto di denuncia (come riferito dalla stessa Daniela Martani) al fine diventare spettacolo? Un nuovo ennesimo spettacolo vegano della ex hostess per il suo assoluto ritorno mediatico. E con nessuna remora dico che mi dispiace per i vegani e vegetariani, quelli veri che, a mio avviso, ci rimettono la reputazione facendosi, credo involontariamente, rappresentare da costei. Vi esorto, fermatela!

E poi, dal punto di vista etico, è giusto rispettare tutti, onnivori, carnivori, vegetariani e vegani ma dal punto di vista salutistico dei prodotti, bisogna assolutamente fare un distinguo importante e fondamentale. Non è assolutamente vero, ad esempio, che tutta la frutta o gli ortaggi fanno bene, perché provate a immaginare quelle belle mele rosse da foto quanti trattamenti chimici hanno subito, immaginate quella bella verdura e insalate su quali terreni con migliaia di infiltrazioni assolutamente nocive all’uomo (segnalate in ogni dove sul territorio nazionale) vengono coltivate, come la stessa cosa per gli allevamenti intensivi delle carni bianche, dei maiali, delle mucche da latte delle galline da uova… ecco queste sono le cose serie che devono far riflettere tutti, altro che come uccideva il padre le caprette e il “Non sei credibile perché sei grasso!”. Bisogna porre l’attenzione a una severa “ripeto SEVERA” rintracciabilità e identificazione del prodotto, dal terreno a ciò che mangiano gli animali, e far entrare nella nostra mente un idea nuova che forse può prendere origine dal nostro passato quando ognuno curava il suo pezzettino di terra, quando le nonne facevano il pane in casa con il proprio grano appena macinato e non il pane che noi abitualmente mangiamo fatto con delle farine stipate in navi container per mesi provenienti da oltreoceano (e poi parliamo di celiachìa) e di esempi ne se ne possono fare a migliaia… Ma attenzione, tutto questo vede coinvolti tutti noi onnivori, carnivori, vegetariani vegani e tutti le altre tipologie che i media e il marketing vorrà propinare. Tutti noi dobbiamo cambiare coscienza diventare davvero “biologici” nel senso che ciò che mangiamo deve essere prodotto con il massimo rispetto della natura, anche perché noi stessi siamo la natura. Vi esorto ai fatti e alle azioni, alla cultura e alla informazione, altro che inutili chiacchiere che arrivano da inutili reality show.

Domenico di Catania

Food Consultant

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