Decreto salva-banche: pensionato si impicca a Civitavecchia

In una lettera indirizzata alla moglie un 68enne ha spiegato di aver perso i risparmi di una vita, che ammontavano a 110mila euro

Questa tragedia ha guadagnato la ribalta delle cronache nazionali e c'è da scommettere che se ne parlerà ancora nei prossimi giorni, viste le enormi implicazioni politiche alla base dell'episodio. Lo scorso 28 novembre un pensionato 68enne di Civitavecchia si è suicidato dopo aver visto i suoi risparmi, che ammontavano a 110mila euro, andare in fumo a causa del crack di Banca Etruria. Questo istituto di credito, insieme alla Banca delle Marche e delle casse di risparmio di Chieti e Ferrara era stata messa in liquidazione dal governo attraverso il decreto salva banche, con l'obiettivo di scongiurarne la chiusura. Nel caso del 68enne di Civitavecchia, il provvedimento ha avuto l'effetto di azzerare tutte le sue azioni e obbligazioni. La vicenda è spiegata dallo stesso uomo in una lettera trovata nella giornata di ieri e indirizzata alla moglie, nella quale vengono fornite le motivazioni che lo hanno indotto a impiccarsi.

L'uomo, correntista da 50 anni, ha rivelato che ha fatto ogni tentativo possibile per non perdere il capitale accumulato ma nessuno ha potuto aiutarlo. Del resto il provvedimento del governo per il salvataggio delle banche sopra citate impone ai creditori degli istituti di perdere parte dei loro risparmi e quindi per molti correntisti si aprono ora scenari preoccupanti.

Mentre giungono i primi commenti dalle forze politiche italiane, è polemica tra la Banca d'Italia e l'Unione Europea: Palazzo Koch accusa Bruxelles di aver impedito l'intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei depositi, che avrebbe salvato molti risparmiatori. L'UE replica sostenendo che furono proposte all'Italia tre soluzioni e alla fine il governo ha optato per il Fondo di risoluzione.

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