Favoreggiamento immigrazione clandestina, sgominata banda a Fondi

La Polizia ha denunciato 6 indiani e un italiano: la stessa persona assumeva extracomunitari come colf e badanti per poi interrompere poco dopo il rapporto lavorativo

La Polizia di Stato – Questura di Latina ha concluso una brillante attività investigativa  che ha consentito di sgominare un pericoloso sodalizio criminale dedito al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Gli investigatori del Commissariato di P.S. di Fondi hanno infatti acquisito elementi di prova certi nei confronti di 7 individui, di cui un italiano e i rimanenti 6 di etnia indiana, i quali sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica in ordine ai reati di  favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sul territorio nazionale e utilizzo di atti falsi.

L’Ufficio Immigrazione del Commissariato di Fondi ha effettuato un attento monitoraggio sulle numerose istanze di permesso di soggiorno presentate da cittadini extracomunitari attestanti rapporti di lavoro a tempo indeterminato in qualità di colf e badanti aventi come datore di lavoro sempre la medesima persona cittadina italiana, la quale aveva effettuato cospicue assunzioni di colf e badanti per poi procedere alle interruzioni dei rapporti lavorativi dopo poche settimane. Le indagini sono quindi proseguite in maniera sinergica  con gli uffici I.N.P.S. e sono state  esaminate altre situazioni sospette. È stato quindi accertato come i cittadini stranieri  non avevano mai prestato alcun lavoro presso famiglie come colf o badanti.

A seguito di specifiche perquisizione è stata rinvenuta copiosa documentazione riguardante cittadini stranieri, rapporti di lavoro e relative cessazioni dei rapporti nonché alcuni cedolini salariali presumibilmente falsi ed un titolo bancario dell’importo di 6.000 euro facente parte di un carnet di assegni rubati tempo prima. Per questo ultimo evento illecito il titolare dell’abitazione è stato indagato anche per il delitto di ricettazione. Le indagini proseguono al fine di far luce su eventuali condotte criminali analoghe che dovessero emergere dall’analisi dei documenti in sequestro.

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