Roma, il silenzioso primo anno del Sindaco Gualtieri

Una strategia più sottovoce, risultati altalenanti, problemi meno “sentiti” ma presenti. E un disallineamento col governo nazionale che potrebbe creare ostacoli

Roberto Gualtieri durante uno speech all'Ara Pacis

Roberto Gualtieri

Il 18 ottobre è stato il primo “compleanno” della giunta capitolina guidata da Roberto Gualtieri. Il tutto nella semi-indifferenza, sia quella dell’amministrazione stessa, sia della visibilità dei media.

L’attacco della Raggi

A catalizzare l’attenzione un post su Facebook della predecessora Virginia Raggi, che ha aspettato la ricorrenza per criticare aspramente il primo cittadino della Capitale. “Per un anno ho evitato di criticare l’operato di Roberto Gualtieri alla guida di Roma. So bene quanto possa essere complesso amministrare una città come Roma e credo sia giusto concedere tempo, quello che a me non è stato mai dato, per prendere le redini del comando”, si legge nei passaggi più importanti. “In un anno Gualtieri non ha fatto nulla – Ma la vede la città? Roma è peggiorata da ogni punto di vista. Le cronache raccontano di una signora attaccata e ferita da un cinghiale in piena città. E Gualtieri vagheggia di giochetti di palazzo. Io finii su tutte le pagine dei giornali perché un cinghiale aveva infastidito una signora all’uscita di un supermercato in un piccolo comune, amministrato dalla Lega, a 20 chilometri da Roma”.

Nel criticare sia la gestione dei trasporti che dei rifiuti, la Raggi rivendica: “E pensare che gli abbiamo lasciato conti in ordine, Atac salva, Ama risanata. Ha già cambiato un capo di gabinetto e i vertici delle aziende controllate dal Comune: sembra che non abbia alcun controllo della città. […] Roma è sporca come non mai. Si muova. Lasci perdere la fantapolitica. Un sindaco deve rimboccarsi le maniche e lavorare. Lasci perdere chiacchiere e promesse”.

Alcuni dati

Al netto dell’attacco su tutta la linea dell’ex sindaca di Roma ci sono dei dati su una prima valutazione del governo Gualtieri. Dall’indagine dell’Agenzia capitolina per il controllo della qualità dei servizi pubblici (Acos), emerge che la qualità della vita a Roma, secondo gli intervistati è peggiore sotto casa.

Il primo rapporto di Acos riferito alla nuova amministrazione, con rilevazione dell’aprile scorso, fotografa un lieve miglioramento del voto medio dei romani sui capitoli “rifiuti” e “trasporti” ma – confermando un trend ben al di sotto della sufficienza per quanto riguarda la pulizia – rileva una insoddisfazione crescente dei cittadini sulla qualità della vita nella propria zona della città.

Se per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti e la pulizia stradale si registrano un lieve miglioramento – da 4,6 a 4,9 di gradimento – il trasporto pubblico locale ottiene invece un voto medio che supera la sufficienza per le quattro voci di riferimento: taxi (6,5); metropolitana (6,3); autobus e tram (6,2) e parcheggio sulle strisce blu (6,1).

Primo bilancio

Questi sono solo alcuni dei dati che non possono dare un definitivo giudizio sull’operato Gualtieri, ma anche prendendo spunto dalle dichiarazioni di Virginia Raggi si può affermare che i problemi della Città Eterna erano molto più dibattuti e rilanciati al nazionale ai tempi della scorsa amministrazione. Su questo fronte Gualtieri, approfittando di una calma generale dal punto di vista mediatico, ha agito abbassando i toni. Un atteggiamento che da solo non risolve i problemi della Capitale – che rimangono tanti e gravi sotto alcuni profili – ma che forse ne limita la percezione del “va tutto male”.

In questo primo anno appena chiuso, anche dalla comunicazione del sindaco, non sono arrivate comunicazioni riepilogative. Ma col passare dei mesi, il cambio di passo da questo punto di vista pare necessario, con all’orizzonte tante sfide in cui essere protagonisti. Il suo piano quinquennale per Roma, tra i fondi del Pnrr, il Giubileo del 2025 e la corsa per Expo 2030 sarà sfidante, anche considerando ciò che è cambiato in questo anno al Governo.

Un “campo largo” a sinistra sul piano nazionale attualmente impraticabile e su quello laziale, con Zingaretti dimissionario, tutto da rifare. Una destra che, se nella competizione per il Campidoglio, ha commesso errori che hanno permesso allo stesso Gualtieri di vincere, ora è a capo del Paese, per un disallineamento politico non facile da gestire. Senza quindi a Palazzo Chigi la figura di Mario Draghi, sul quale il sindaco dem puntava per dare corpo ai dossier più importanti per Roma Capitale.