Il sogno, la speranza e poi l’incubo: la sconfitta della Roma nella notte di Budapest

L’esodo giallorosso in Ungheria, dolci preparati appositamente per l’occasione, il vantaggio di Dybala e poi una moltitudine di episodi a sfavore per una serata amara

Il momento in cui gli andalusi hanno vinto la finale di Europa League

Il momento in cui gli andalusi hanno vinto la finale di Europa League (© UEFA Europa League Official Twitter Page)

Il tifo giallorosso si era preparato al meglio per supportare la squadra, sia nella capitale ungherese sia a distanza. Complice anche una trasferta non lontanissima dai confini italiani, erano almeno 20mila i tifosi venuti da Roma e dintorni con ogni mezzo, dall’aereo fino ai camper. Anche a Roma oltre 55mila tifosi hanno riempito lo Stadio Olimpico con sei maxischermi, più molti locali organizzati per l’occasione in giro per la città.

La storia nella storia nell’avvicinamento alla finale

Quando una città e un tifo viscerale come quello giallorosso si prepara a eventi del genere nulla viene lasciato al caso. Così anche gli stessi giocatori hanno potuto constatare la vicinanza dei tifosi in una maniera particolare. Infatti sul volo da Roma a Budapest hanno potuto gustare dei dolci fatti per l’occasione, preparati dal Maître Chocolatier Giacomo Bellantoni.

Tifoso della Roma e pluripremiato agli International Chocolate Awards con 34 medaglie internazionali di cui 11 ori, in quanto consulente tecnico per la ricerca e sviluppo della pasticceria della Gate Gourmet, azienda internazionale specializzata e leader nel catering aereo, appena ha saputo che i propri dolci sarebbero stati gustati dalla squadra, ha voluto impreziosire il loro viaggio. Ha così creato un trancio di torta alle mele con crumble croccante giallo/rosso alla cannella e una crostatina al lampone con frangipane alle mandorle ricoperta di crumble croccante giallo/rosso.

La partita iniziata nel migliore dei modi

Per il popolo giallorosso la serata era iniziata nel migliore dei modi. L’avvicinamento sia alla Puskas Arena, sia allo stadio Olimpico (al netto di qualche problema nell’afflusso) è avvenuto con la carica dei momenti importanti e la speranza in più che, dopo settimane di bollettini, ipotesi e calcoli, alla fine Paulo Dybala era tra gli 11 titolari.

Con l’argentino in campo, era evidente la volontà di José Mourinho di dare alla partita un’impronta subito aggressiva, senza attendere troppo l’avversario nella propria metà campo. All’11’ già la prima grande occasione giallorossa iniziata e terminata da Spinazzola, ma preparata al meglio da Dybala che smarca Celik che la mette in mezzo. Spinazzola in area tutto libero calcia troppo centrale e Bounou può respingere. Allo scoccare del minuto 34 l’esplosione di gioia a Roma e a Budapest: Cristante lotta in mezzo al campo con Rakitic, Mancini riparte e serve in verticale sulla corsa Dybala che col sinistro prima fa lo stop a seguire e poi incrocia imparabilmente. Al quinto dei 7 minuti di recupero Rakitic da fuori col mancino prende un palo clamoroso e il primo tempo si chiude con la Roma avanti: lo scenario migliore possibile per Mourinho.

L’autogol di Mancini e gli episodi sfavorevoli

Nel secondo tempo per il Siviglia entrano subito Suso e Lamela e al 55′ arriva il pareggio degli andalusi con un autogol di Mancini, che su cross dalla destra di Jesus Navas per anticipare En Nesyri mette il pallone nella propria porta. A metà secondo tempo Abraham sotto porta in acrobazia impegna i riflessi e la copertura della porta di Bounou, poi Mourinho inserisce Wijnaldum per Dybala, arrivato al limite fisicamente. Al 75′ l’arbitro assegna un calcio di rigore per il Siviglia ma annulla la decisione dopo aver rivisto l’azione al Var. Rigore che chiede qualche minuto dopo la Roma per un tocco di braccio dubbio in area, ma stavolta Taylor è inamovibile sulla sua decisione di campo. Belotti va vicino al vantaggio su schema da calcio piazzato, ma la partita non si sblocca. Si va ai supplementari  dopo eterni recuperi e un gioco molto spezzettato (alla fine saranno 142 i minuti totali di gioco), l’ultimo brivido prima dei rigori è una traversa di Smalling di testa.

I tiri dal dischetto condannano la Roma, arrivata a questo punto con meno specialisti degli avversari al cospetto anche di un portiere pararigori come quello andaluso. Il primo tiro di Cristante è perfetto, ma poi arrivano gli errori di Mancini e Ibanez e il rigore (ripetuto) di Montiel manda in paradiso il Siviglia, alla settima finale vinta su 7, che alza l’Europa League per la settima volta negli ultimi 17 anni.