Marino pensi anche all’orgoglio dei Rom…ani (di M. Raimondi)

Viaggiare con i mezzi pubblici nella capitale è un’odissea. E l’ennesimo guasto alla Metro B non fa più notizia

Va bene l’orgoglio Rom ma Marino si ricordi prima di tutto dell’orgoglio dei Romani. Un sentimento quest’ultimo, al pari della dignità e del senso di appartenenza alla città più famosa del mondo, messi ormai in un cantuccio ma che devono assolutamente tornare la priorità di questa e delle altre amministrazioni che verranno. Senza voler toccare tutte le sfaccettature e i temi di una città così complessa come Roma, si deve però ripartire dalle basi.

La priorità è quella di ripristinare un servizio di trasporto all’altezza di una capitale europea, forse la più importante, ma soprattutto di una città che voglia essere espressione di una società civile. Già perché di civile nei mezzi pubblici romani c’è davvero ben poco. A cominciare dalla Metro. E’ di oggi la notizia dell’ennesimo guasto alla linea B e B1. Ma la questione è: si può davvero parlare di notizia? Se fosse successo a Berlino, Londra o Parigi certamente sì. A Roma no, a Roma è la normalità la vera rivoluzione. E questo è inaccettabile.

Abbiamo atteso anni per avere tre fermate supplementari della metro B e il risultato è che le corse in partenza da Laurentina, già limitate in precedenza,  non solo non sono aumentate ma sono ormai al collasso, dovendo i mezzi dividersi tra le direzioni Rebibbia e Conca D’Oro. Il risultato è quello di avere tempi di attesa bibblici (tra i 5 e i 10 minuti di attesa, contro i 3 massimo della Metro A). Mezzi, quelli utilizzati per la linea B, vecchi, lerci, rigorosamente senza aria condizionata e, soprattutto, saturi fino al midollo. Una condizione da fare invidia ai carri bestiame. La domanda è: ma almeno d’estate non si potrebbe prevedere un incremento dei mezzi nuovi e dotati di condizionamento?

Per non parlare degli autobus: tempi di attesa infiniti, l’aria condizionata è un optional così come le pedane per i disabili (autentica vergogna nel terzo millennio).

Si potrebbe andare avanti così all’infinito ma il concetto è chiaro: caro Marino, la solidarietà verso chi accogliamo e ospitiamo nella nostra città e la loro integrazione sono temi di vitale importanza che ci arricchiscono culturalmente e nell’animo.

Ma si ricordi il sindaco che prima degli ospiti ci sarebbero anche i padroni di casa. Caro Ignazio, “Diciamolo”, di pensare prima ai Rom…ani.

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