Poggio Le Volpi, Rossella Macchia: “Passione, tradizione e innovazione in un calice di vino”

“Quando degusto i miei vini provo delle sensazioni, delle emozioni. Mi immergo nel bicchiere”, parola di Felice Mergè (Poggio Le Volpi)

Vino Donnaluce a tavola da Epos Bistrot

Per questo appuntamento siamo andati in una delle aziende vitivinicole più interessanti a livello qualitativo e produttivo del Lazio, “Poggio Le Volpi”. Siamo a Monte Porzio Catone, nei Colli Albani a pochi km da Roma dove il terreno è di origine vulcanica, quindi sempre fertile per natura. Oggi l’azienda è condotta da Felice Mergè che nel 1996, insieme al padre Armando, fondarono l’Azienda Agricola “Poggio Le Volpi”. Passione per la terra e per il vino ereditata da nonno Manlio che sin dal 1920 commerciava vino sfuso e olio d’oliva. Per raccontarci questa bellissima storia di famiglia ci attende Rossella Macchia, responsabile commerciale di “Poggio Le Volpi” e General Manager di “Epos Bistrot”.

Vini di passione

Buongiorno Rossella, cosa hanno di speciale questi vigneti, dai quali nascono i vini migliori del Lazio?

Siamo a Monte Porzio Catone, 300 mt sul livello del mare. Su un poggio di natura incontaminata dove ci sono ancora le volpi che cercano le migliori uve da mangiare ricordando Esopo e la storia della volpe e l’uva. Siamo nella valle dell’antico Tusculum, il più grande vulcano dei Castelli Romani. Quindi abbiamo una terra vulcanica, argillosa, di medio impasto, terreni ricchi di minerali e oligominerali; qui vivono e si nutrono i nostri vigneti coltivati per lo più a Malvasia. Da questa terra così ricca hanno origine i nostri vini.

Baccarossa a tavola

Vini che vincono

Piano Chiuso Riserva 2019 “Miglior vino d’Italia 2023”, Donnaluce 2021 “5 grappoli Bibenda 2023”, Baccarossa 2020 “3 bicchieri Gambero Rosso 2023”. Vini che stanno dando grandi soddisfazioni, ce li puoi raccontare?

Grandi vini, crù dell’azienda.

Piano Chiuso Primitivo Riserva è un grande vino frutto di 50 ettari di vigneti ad alberello da terra rossa. Raccolta manuale, storia centenaria che viene tramandata di generazione in generazione. Un vino caldo, frutta rossa, prugna, fichi… un’emozione ad ogni sorso.

Donnaluce, lo dice il nome stesso. Un vino dedicato alle donne, alla loro luce, vino aromatico emozionante e avvolgente.

Baccarossa Nero buono in purezza, un vino del Lazio che riposa circa un anno in barrique e poi almeno 6 mesi, e se possibile anche più, di affinamento in bottiglia prima di poter essere degustato. Ogni bottiglia un’emozione diversa, una storia unica.

Vini del Lazio

Perché, in generale, i vini del Lazio faticano ad entrare nell’Olimpo dei vini italiani, soprattutto nella ristorazione?

Storicamente la produzione del Lazio viene bistrattata, oggi però le cose stanno finalmente cambiando. Le aziende lavorano in modo diverso, costante e mirano all’eccellenza riuscendo anche a fare squadra. La difficoltà della nostra regione, a differenza di altre regioni, è stata anche l’assenza di marketing e di comunicazione a livello regionale e a livello istituzionale.

Masca del Tacco in Puglia, quale rapporto con Poggio Le Volpi?

La filosofia delle aziende, di Felice Mergè è quella di valorizzare la ricchezza ampelografica del proprio territorio. Masca del Tacco la definirei la sorella meridionale di Poggio le Volpi.

Rossella Macchia con lo chef Dino De Bellis

“Epos” di Poggio Le Volpi, il miglior bistrot di Roma a Monte Porzio Catone

Veniamo ad Epos Bistrot. Perché un ristorante gourmet all’interno dell’azienda? Perché il nome Epos?

Epos dal greco vuol dire racconto e noi vogliamo raccontare la nostra storia, la storia del nostro territorio. Nasce Epos Bistrot perché ci piace mangiare e bere bene e non c’è cosa più bella della condivisione, condividere un’esperienza enogastronomica.

Quale cucina proponete e cosa volete trasmettere ai vostri ospiti?

Proponiamo una cucina territoriale, siamo molto legati alle nostre radici e vogliamo trasmettere l’amore e la passione che mettiamo in quello che facciamo, vogliamo far vivere una bellissima esperienza.

Il regista di tutto questo è Felice Mergè. Per concludere questa intervista, ce lo puoi descrivere?

Rossella Macchia con Felice Mergè

Felice Mergè rappresenta la terza generazione di una famiglia di viticoltori. Nelle sue vene non scorre sangue ma vino. Uomo di grande lungimiranza, grande esperienza, tecnicamente un grande palato, un grande naso. Mi piace vederlo degustare ed ascoltarlo… un’emozione unica! Un uomo di grande umiltà con grande voglia di crescere, di apprendere e con grande forza verso le nuove sfide da affrontare, instancabile, grande consigliere ed osservatore. Oggi rappresenta lo spirito, l’essere imprenditore ed enologo dell’azienda. Uomo al quale piace essere dietro le quinte, che lascia spazio alle persone che lavorano con lui. La sua azienda è l’azienda di tutti noi che lavoriamo con lui, una grande famiglia.