Roma invivibile, farla Capitale le ha impedito di crescere

Roma doveva essere preservata da quel milione di addetti e funzionari dello Stato che ne paralizzano il centro, con ministeri, caserme, uffici

Roma Capitale, via dei Fori Imperiali

Roma Capitale, via dei Fori Imperiali

Roma invivibile? Sale la protesta degli abitanti della Capitale, costretti tra le sempre maggiori difficoltà della quotidianità urbana e la crisi economica che asciuga le entrate delle famiglie.

Roma, una capitale maltrattata

Non bisognava portare la Capitale qui, in una città d’arte, bellissima, romantica come poche, con una sterminata quantità di opere d’arte a cielo aperto, il Foro romano, San Pietro, Piazza Navona, il Circo Massimo, i parchi pubblici, via Veneto, Fontana di Trevi. Un numero incredibile tra musei e chiese da visitare. Roma doveva essere preservata da quel milione di addetti e funzionari dello Stato che ne paralizzano il centro, con una ventina di ministeri con tutti gli annessi e connessi, caserme, uffici, ambasciate, consolati, per altro doppi, per la presenza del Vaticano, che già è uno Stato nello Stato.

Roma è stata maltrattata. Le è stato impedito di crescere nel turismo e nella gastronomia, nell’arte e nel divertimento, nello spettacolo e nello sport e di far godere i suoi cittadini e quanti vengono a visitarla, come in una esperienza unica, fuori del tempo. Se Roma fosse stata questo, aperta al Cinema e alla Tv, al musical e al teatro, se si fosse dedicata a rendere sempre più comoda e speciale la permanenza del turista che viene da ogni parte del mondo, non sarebbe quel caos di città che è diventata. Ma è inutile recriminare sul latte versato.

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Roma invivibile anche per il traffico

L’elenco si allunga ogni settimana di più. Il traffico è il primo grande responsabile di una serie di disastri dai quali discendono le molte insoddisfazioni dei romani. Prima, durante e dopo ci sono lo stato delle strade e dei marciapiedi, le buche, i lavori di riparazione nelle ore di punta, i bus dei turisti che intasano le strade. Una struttura urbana non confacente ad ospitare le dimensioni di una metropoli del XXI secolo. A Roma ci sono 4,2 km quadrati di aree soggette a limitazioni del traffico occasionali o permanenti. Nonostante la chiusura del centro storico più grande del mondo, non è che al di fuori, nei quartieri dell’unità d’Italia e quelli del boom economico ci siano dei viali a doppie e triple corsie. Il traffico cresce come un blob che occupa tutto e blocca tutto.

È sempre più difficile vivere qui

Questo è solo uno dei motivi per cui vivere a Roma è sempre più difficile. Non succede solo qui. È un problema di tante città medio grandi. Una grande metropoli per essere organizzata e reggere le difficoltà di milioni di cittadini tutti nello stesso luogo, non dovrebbe essere stata pensata 3000 anni fa ed essersi sviluppata più per strappi e alterne vicende che secondo un piano regolatore che ne indirizzi le linee di sviluppo.

Non siamo a Brasilia e neanche a Los Angeles, città pensate e nate nel deserto. Ad aumentare i rallentamenti del traffico romano aggiungiamo gli scioperi, le manifestazioni, i cortei dei capi di Stato in visita, le feste religiose, le centinaia di migliaia di turisti che la attraversano a piedi, in taxi, con le auto a noleggio. Le auto parcheggiate sui marciapiedi, in doppi e tripla fila: “vado via subito!”, “un secondino, dottò”, “vado e torno, faccio in un attimo!”

La serie infinita di buche

Gli anziani e le mamme con le carrozzine si lamentano per le buche sui marciapiedi. Ma quelli che corrono più rischi sono i rider che sfrecciano in bicicletta a consegnare pizze e food take-away rischiando la vita. Così come la rischia chi va in moto o in scooter di notte, quando le fosse e le “faglie” del manto stradale sono invisibili, anche perché la illuminazione delle strade non è per tutti.

I rider della capitale si sono riuniti poco tempo fa in piazza davanti al Campidoglio per chiedere maggior sicurezza. Chi si occupa di delivery, infatti, ha ricordato che è del tutto inaccettabile morire per una consegna. Chiedono più sicurezza per chi lavora per strada.

Un caso particolare, Via di Trigoria

Via di Trigoria è l’incubo di auto e moto. Dal civico 252 a Castel Romano è un susseguirsi di crepe, buche spaccature, dossi creati dalle radici dei pini, anche se molti sono stati tagliati, le radici restano. Buche grandi e piccole e crepe sono un incubo lungo 5 km!  Lo hanno denunciato i residenti della zona, nel IX municipio, vicino al centro sportivo dell’AS Roma. Per chi la usa tutti i giorni è un percorso a ostacoli, che significa anche andare contromano per qualche tratto, aumentando il rischio di un incidente frontale, specie durante un sorpasso.

La percorrono i Tir da tre tonnellate, anche se sarebbe proibito. Serviva uno sfogo nel caso in cui si blocchi la Pontina, cosa abbastanza frequente. Questo spiega il danno all’asfalto. Il limite fissato è di 30Km/h ma un Tir non lo rispetterà mai e se ne frega delle buche. Chi ci rimette è l’automobilista, anzi i giunti dell’auto e i pneumatici che sono i primi a saltare e a spaccarsi. Il motociclista però rischia la vita. La strada è anche l’unica che porta all’outlet e a Cinecittà World quando la Pontina è ingolfata di traffico. I fondi in bilancio ci sarebbero e anche il piano di investimenti ma non c’è ancora la disponibilità.

Quanta parte di vita si passa in macchina?

Tutto concorre a rallentare il traffico e un traffico rallentato blocca la vita della città. Gli spostamenti si allungano e sommati alle ore di lavoro, stressano maggiormente gli impiegati e gli operai. Si rinuncia al mezzo pubblico e la città si riempie di mezzi privati nelle ore di punta, dalle 7.30 alle 9 del mattino. Dalle 5.30 alle 8/9 della sera. Una vita passata in fila. A 10-15 km/h. Anche due e tre ore per andare in ufficio. A Roma non si riesce a fare più di una cosa per giorno. Se ci si riesce. In una piccola città ti muovi a piedi, è tutto vicino. Banche, uffici del comune, farmacie, cliniche, negozi. In pochi minuti attraversi il centro a piedi o in bicicletta. A Roma passi una mattina intera o un intero pomeriggio per andare e tornare da un luogo.

Se non c’è il parcheggio non esco

Non parliamo del parcheggio. Da quando ci sono le strisce blu puoi posteggiare solo sotto casa. Altrove devi avere la fortuna di capitare mentre un altro lascia il parcheggio o rivolgerti ai garage che, da qualche anno, non ospitano più le vetture dei clienti ma solo quelle a tempo. Funziona benissimo, per loro. Anzi ti offrono anche il lavaggio della macchina, mentre sei impegnato in giro. Tanto funziona che ce ne sono aperti anche fino a notte fonda, per ospitare i clienti dei ristoranti del centro. Una condizione indispensabile per uscire a cena fuori, sapere dove lasciare la macchina. È stato uno dei motivi del mio disamore per la vita in città. Rientrare a casa la sera alle 8 e fare una corsa per prepararsi e poi uscire di nuovo, stanco, e tornare nel traffico. Cinema o cena con gli amici è lo stesso.

Dove lascio la macchina? Non è che di notte sia più facile. Il contrario. Le multe fioccano e un film rischia di costarti caro. Calcola il Codacons che la multa per il divieto di sosta è salita a 46 euro dal gennaio 2023; quella per l’uso del cellulare alla guida a 183 euro; la multa per accesso vietato alla Ztl a 92 euro. Se non la paghi in tempo, la sanzione può arrivare fino a 355 euro. Mentre se sei in ritardo e non trovi file sul Muro Torto, per il superamento dei limiti di velocità di oltre 60 km/h la mazzata raggiunge i 938 euro. Da qui il successo di Netflix, si risparmia.

Le eccellenze di Roma: non ce ne siamo accorti

La città più bella del mondo diventa allora la città più invivibile del mondo. Tra affitto, bollette, tempi di spostamento, costo del carburante, dell’assicurazione, furti di auto, borseggi, scippi, file negli uffici pubblici, tempi biblici alle Asl, immondizia per le strade, aggressività degli automobilisti che, strisce o non strisce, pensano di avere sempre la precedenza sui pedoni, c’è di che uscirne a pezzi.

Dicono che Roma ha delle eccellenze internazionali. Su visitaroma.info il giornalista Daniele Di Geronimo ha ricordato il premio 5 Stelle Skytrax, vinto dall’Aeroporto Leonardo da Vinci sulla base delle analisi condotte nel 2022, come un’eccellenza in termini di comfort, sicurezza, servizi e affidabilità per i passeggeri. Sono esterrefatto. Viaggio spesso e conosco molti aeroporti. Per la verità non mi ero mai accorto di tutti questi vantaggi che mi dava Fiumicino.

A volte ho avuto l’impressione, provenendo dall’Aeroporto di Punta Cana, in Repubblica Dominicana o altri aeroporti latino americani, che il terzo mondo fosse a Roma e non nell’isola caraibica. Un piccolo aeroporto di 8 milioni di scali, quello di Punta Cana, con viaggiatori da ogni parte del mondo e in larga parte scalo di aerei jumbo. Però ha un’efficienza invidiabile in termini di attese, parcheggi, assenza di furti e nessuno smarrimento di valigie.  Per non parlare dei grandi scali europei e americani. Prendo atto del premio ma non ne sono convinto.

La maggior quantità di verde e la maggior estensione

Altre eccellenze sono l’Ospedale Agostino Gemelli, l’Università la Sapienza, poi le aree verdi e l’estensione.

Roma è la città europea con la maggior quantità di aree verdi. Parlando solo di quelle all’interno del Grande Raccordo Anulare: Villa Borghese, il Parco degli AcquedottiVilla Ada, Villa TorloniaVilla Doria Pamphili, il Parco della Caffarella, la Tenuta di Tormarancia e la Pineta Sacchetti. Pochi sanno che Roma è una città agricola, con tante di aziende, coltivazioni e allevamenti. Un vero polmone nel cuore della città capace di regalare zone di relax e benessere come poche altre città al mondo. Parigi per esempio ne ha di meno.

Infine Roma è la città più grande per estensione, sia di tutta Italia che dell’Unione Europea. Con i suoi circa 1300 chilometri quadrati di superficie, che accolgono fino a 4 milioni di abitanti.

Per cui si capisce come possa essere complicato gestire tutto questo complesso di attività e di mondi in continuo spostamento, su un impianto abbastanza datato e in un contesto come quello italiano e cittadino, così ricco di problemi, lentezze e difficoltà.

I monopattini hanno aumentato i problemi

Dopo il referendum negativo dei parigini anche a Roma ci sarà una stretta sui monopattini. Possono essere parte della soluzione del problema traffico, a patto che non creino altri problemi, per esempio di parcheggio e di sicurezza. Uscirà un nuovo regolamento dopo Pasqua che limiterà il numero dei mezzi da 14.500 a 9000 e degli operatori da 7 a 3. Anche il numero delle biciclette sarà ridotto. Chi vince il bando dovrà occuparsi della manutenzione, del controllo e della redistribuzìone dei monopattini. Attualmente lasciati abbandonati sui marciapiedi, sui passaggi dei disabili, appoggiati ai muri. Uno spettacolo indegno, sul quale torneremo per parlare della cafonaggine di una parte dei cittadini di Roma. Ai monopattini verrà messa una targa con un codice alfanumerico, contenente un apposito QR code. La velocità consentita sarà di 20 km orari e il noleggio sarà riservato a maggiorenni soltanto.

Quali soluzioni? Potenziare la Metro e i parcheggi…

Liberare le strade del centro dai parcheggi lungo i marciapiedi, per esempio, cosa che avviene in molte metropoli. Ci vuole coraggio e determinazione ma poi anche chi non è d’accordo ne capisce i benefici. Tutto quello che può agevolare il trasporto pubblico andrebbe realizzato.

Quando si ristrutturano palazzi o ampie aree della città e, comunque, anche nelle periferie, realizzare parcheggi pubblici multipiano. Non si dovrebbe più consentire di costruire palazzi che non prevedano i parcheggi per gli inquilini.

Avere una metropolitana più efficiente. Il parco vetture della metro è in via di adeguamento ma il problema sono i tempi di percorrenza, il comfort dei treni, la puntualità, la rete che non copre tutte le aree urbane. Una metro efficiente rende superfluo l’uso del mezzo privato.

Incentivare in ogni caso il car sharing e l’affitto momentaneo delle utilitarie in città.

Impedire ai bus di turisti e pendolari di raggiungere il centro cittadino e dotare le periferie di stazioni di corriere che siano collegate con la metropolitana e altri servizi pubblici cittadini.

So di colpire un settore delicato ma anche quello delle licenze dei taxi è un privilegio che non ha più senso al giorno d’oggi. In tutte le più grandi città ci sono il triplo dei taxi di Roma e c’è sempre un servizio Uber che costa di meno ed è più comodo. Parlo come utente, ovviamente. Mi rendo conto che il mondo dei tassisti ci va a rimettere ma per adesso ci ha rimesso la città e la sua immagine.