Roma, omicidio-suicidio. L’uomo lascia un biglietto: “Non ce la faccio più”

L’uomo era un edicolante storico di via Cassia; la donna, costretta sulla sedia a rotelle, soffriva d’Alzheimer

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Polizia Scientifica

Quello che si è consumato nella giornata di ieri, 16 agosto, in via della Giustiniana, è un vero e proprio dramma. In una villa a Nord di Roma un anziano ha prima ucciso sua moglie malata, poi si è impiccato a una struttura del suo giardino.

Una vicenda spaventosa, un dramma. Un omicidio-suicidio, che ha tolto la vita ai due ottantenni coniugi. L’uomo ha prima ucciso la moglie disabile a coltellate. Poi si è tolto la vita, lasciando un ultimo biglietto: “Scusate, non ce la faccio più”. Il fatto sarebbe avvenuto, come accertato dagli investigatori, durante la mattinata di ieri, lunedì 16 agosto, presso una villa di via della Giustiniana, a Roma.

I vicini, affacciati al loro balcone, hanno notato il corpo dell’uomo ottantatreenne, ormai privo di vita. L’anziano si era impiccato a una struttura in ferro nel suo giardino, con una corda. L’uomo aveva lavorato a lungo come edicolante in via Cassia. La donna, che è stata rinvenuta con una profonda ferita al petto causata da un grosso coltello da cucina, soffriva di Alzheimer, ed era costretta sulla sedia a rotelle. L’arma si trovava ancora vicino al corpo dell’anziana signora.

Le squadre di soccorso giunte immediatamente sul posto non hanno potuto far altro che constatare la morte dei due coniugi. A ricostruire la vicenda sono poi stati gli investigatori dei commissariati di Ponte Milvio e Flaminio. Un gesto assurdo e inspiegabile, che urla una comprensione che è difficile da dare. Così come è difficile dimenticare i racconti, le testimonianze e le sofferenze di tutti coloro che ogni giorno, si occupano del coniuge, del genitore, del proprio caro malato di Alzheimer.

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