Roma, perde casa nel rogo: alloggio negato perché la richiesta è arrivata dopo 48 ore

Angelo dorme in macchina da fine giugno, la famiglia è divisa e le istituzioni lo hanno abbandonato

sigilli a una casa inagibile a Casalotti a Roma

Ha perso tutto, dagli indumenti ai rapporti con la famiglia, e ora dorme spesso in auto. Da quando la sua casa è stata, prima avvolta dalle fiamme e poi dichiarata inagibile, a seguito dell’incendio che ha coinvolto i quartieri Aurelio e Casalotti, Angelo, 56enne disoccupato, ha trovato conforto soltanto nella solidarietà delle comunità di Montespaccato e Casalotti, le quali si sono attivate con una raccolta fondi in suo sostegno.

Angelo, perde casa nel rogo: niente alloggio, dorme in auto

La storia drammatica di Angelo, che vive in strada dal 27 giugno scorso, affidandosi al buon cuore di amici e parenti, però, non ha fatto breccia nel cuore delle istituzioni locali le quali continuano a rigettare la richiesta di un alloggio emergenziale nell’abitazione in via Casalotti.

Angelo ci abitava con sua figlia e sua moglie, ma da quel giorno vivono separati: “Mia figlia sta da mia sorella, mia moglie, che non è la madre di mia figlia, sta da un’amica. Io mi appoggio un po’ da una parte e un po’ da un’altra. Diverse notti ho dormito anche in macchina”, racconta Angelo, interpellato da “Agenzia Nova”. Nel rogo, inoltre, sono morte anche le sue due cagnoline, due pincher di otto e sei anni.

La solidarietà della comunità e delle associazioni

Per fortuna una gara di solidarietà sul territorio è stata avviata dai residenti del vicino quartiere di Montespaccato. L’associazione sportiva Monkey Island ha lanciato una raccolta fondi online che ha già raggiunto la somma di 550 euro. “Sono amici, quando hanno saputo della situazione hanno avviato provato ad aiutarci”, continua Angelo.

“Ma è la comunità tutta che ci sta dando una mano, anche solo con un po’ di conforto”, sottolinea. Tra pochi giorni Angelo festeggerà il suo 56esimo compleanno e le preoccupazioni per il futuro sono molte. “Prenderò il reddito di cittadinanza fino a ottobre, dopodiché non so come farò. In questo momento stiamo cercando di ricomprare tutto quanto, perché nell’incendio abbiamo perso tutto. Ma non posso permetter grandi spese”, ammette l’uomo. Il suo caso, dopo 30 giorni di immobilismo delle istituzioni territoriali, è finito all’attenzione delle commissioni congiunte Trasparenza e Politiche sociali del Municipio Roma XIII. La seduta si è conclusa con un nulla di fatto.

Il silenzio delle istituzioni

“L’incendio è scoppiato mentre mia figlia stava facendo la seconda prova di maturità. Mi sono rivolto alla Protezione civile per richiedere l’emergenza abitativa. C’era bisogno del verbale di inagibilità, che i vigili del fuoco hanno rilasciato lo scorso 4 luglio. Con la motivazione che la richiesta non è arrivata entro le 48 ore dallo scoppio del rogo gli uffici hanno respinto la nostra istanza ed eccoci qui: oggi in commissione ci hanno confermato la stessa versione”, riporta Angelo, raggiunto telefonicamente a termine dell’incontro. La sua storia, infatti, ha rischiato di rimanere per sempre nel silenzio. Nel corso della commissione la maggioranza Pd del Municipio XIII ha chiesto l’estromissione degli organi di stampa, nonostante il regolamento municipale garantisca la pubblicità delle sedute.

“Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni. Ho avuto le solite risposte di sempre. Cercavo una soluzione a breve termine per stare un attimo tranquillo e risolvere la situazione. Sono preoccupato soprattutto per mia figlia, non ha un punto fisso dove stare. Fortunatamente, nell’assenza generale delle istituzioni, ho tanti amici: ma la famiglia si è divisa e non più stare insieme”, sospira Angelo.