‘Sembra un viaggio nel passato’: un posto incantato si nasconde nel Lazio | Chi lo visita resta senza respiro
Scopri questo borgo del Lazio: è meraviglioso e ti toglierà il fiato.
Ognuno ha le proprie preferenze, per quanto riguarda le vacanze estive. La maggior parte degli italiani ama andare al mare, quindi concedersi qualche giorno di sole, sabbia e bagni in acqua. Altri, invece, adorano vivere i propri giorni di ferie in montagna, tra cime vertiginose e passeggiate panoramiche, stancanti ma che offrono un relax mentale indiscutibile.
C’è poi chi preferisce usufruire dei propri giorni di ferie per visitare qualche bella città italiana, europea o mondiale. Milano, Torino, Venezia, Firenze, Roma e chi più ne ha, più ne metta: l’Italia è infatti tutta bella e le occasioni per scoprire una nuova città, con la sua cultura e le sue peculiarità, sono infinite.
Se quest’anno vi recherete nel Lazio e, tra una amatriciana e un museo d’arte, desideri scoprire un piccolo borgo che ti tolga il fiato e che ti faccia vivere un salto nel passato, ecco dove devi andare: è unico in Italia e, probabilmente, anche nel mondo.
Scopri Civita di Bagnoregio, piccola perla laziale
Oggi vi parliamo di Civita di Bagnoregio, un piccolo borgo laziale visitato ogni anno da più di 700mila persone. Si tratta di una frazione di pochi abitanti del comune di Bagnoregio in provincia di Viterbo e, dallo scrittore Bonaventura Tecchi che qui ha trascorso la sua giovinezza, è stato apostrofato “la città che muore”. Collocato nella valle dei calanchi, tra la valle del Tevere a est e il lago di Bolsena ad ovest, è abitato da una decina di persone ed è raggiungibile solo mediante un ponte pedonale costruito nel 1965 in cemento armato.
Il comune è isolato a causa della progressiva erosione della collina e della vallata che lo circondano e, poiché questi fenomeni erosivi stanno proseguendo, il rischio è che con il tempo questo piccolo paese scompaia. Ecco il motivo del nome “la città che muore“.
La storia del paese
Civita di Bagnoregio è stato fondato 2500 anni fa dagli Etruschi sulla via che univa il Tevere al lago di Bolsena. Vi si accedeva mediante una delle cinque porte originariamente esistenti, delle quali oggi ne è sopravvissuta solo una, la porta di Santa Maria.
Per chi lo visita oggi, luoghi di particolare interesse sono la chiesa di San Donato, i resti della casa natale di san Bonaventura e un mulino del XVI secolo.