Accordo PD-M5S dopo le elezioni? Zingaretti come jolly del “campo largo”

L’attuale governatore del Lazio non si può ricandidare alla Regione e può essere il punto di raccordo in caso di governo oltre il centrosinistra

Nicola Zingaretti durante consultazioni a Bruxelles unariunioo

Nicola Zingaretti durante consultazioni a Bruxelles

La fine del governo Draghi, oltre allo scioglimento delle Camere e conseguenti elezioni anticipate, ha fatto deflagrare anche tanti accordi tra i partiti. Primo tra tutti il più solido degli ultimi anni, ossia la coalizione tra PD e MoVimento 5 Stelle, pilastro del Conte bis e asse importante del governo uscente. Ma tra Letta e Conte, Nicola Zingaretti potrebbe essere la carta a sorpresa dopo il 25 settembre.

Zingaretti: “La maggioranza con M5s va avanti”

Tutto parte dalla situazione in Regione Lazio, dove se da un lato sta terminando il suo secondo mandato, tiene banco l’attacco del gruppo consigliare di Fratelli d’Italia che vede una rottura della maggioranza prima della naturale fine. Il tutto con una possibile candidatura alle imminenti elezioni politiche di Zingaretti. Sulla situazione di via Cristoforo Colombo il governatore laziale è stato chiaro: “Malgrado una oggettiva crisi nazionale della maggioranza parlamentare nel Lazio c’è una maggioranza larga e unita da un programma che sta attuando tutti i giorni a favore delle famiglie, delle imprese e della nostra comunità”, ha detto a Radio Anch’io.

Se allo stato attuale l’impegno in regione va avanti, Zingaretti guarda alle elezioni politiche con interesse. “Sulle mie eventuali dimissioni credo che anche per il rispetto della legge questo problema ce lo porremo dopo l’eventuale elezione al Parlamento se sarò candidato: sia perché lo prevede la legge in caso di incompatibilità, sia per non scaricare sul governo regionale e sui cittadini del Lazio fibrillazioni e crisi che non dipendono da noi, ma dal quadro politico nazionale”, ha detto il governatore a margine di un evento in Campidoglio.

Candidatura più o meno già svelata, sempre nell’intervista a Radio Anch’io: “Io sono a disposizione di un progetto politico, poi dipenderà da Enrico, dal gruppo dirigente del Pd. La mia consiliatura è finita, perché nel Lazio dopo due mandati non ci si può ricandidare e penso che due mandati per un presidente di regione siano sufficienti”.

Il Jolly per ricucire l’alleanza tra PD e 5 Stelle?

Se appare in previsione una sua candidatura al Parlamento, Nicola Zingaretti potrebbe in futuro avere un ruolo ancora più importante. Le dichiarazioni dei diretti interessati sembrano inequivocabili. Se per Enrico Letta “la rottura con i 5 stelle in queste elezioni è irreversibile, Giuseppe Conte ha risposto a La Stampa con il virgolettato PD arrogante, i progressisti siamo noi”, tutto potrebbe cambiare dopo il voto, cosa peraltro non nuova nella storia recente delle elezioni politiche.

In questo ipotetico scenario entrerebbe in gioco il governatore del Lazio. Sarebbe una carta di riserva perché al momento PD e 5 Stelle corrono separati, ma se dopo le elezioni dovessero servire i voti dei grillini per governare, ecco che lì scenderebbe in campo Zingaretti a dare una mano. Chi meglio di lui, che rappresenta ancora l’ultimo esempio di collaborazione tra i due partiti, seppur in ambito regionale? Per questo Zingaretti potrebbe essere la carta coperta, proposta addirittura come premier per un futuro governo di centrosinistra se dopo le elezioni dovesse essere necessario il campo largo tra il centrosinistra a matrice Pd e i pentastellati, che attualmente corrono da soli alle elezioni.