Ladispoli, Made in Italy nelle scuole con “Dolce e Speziato”

La terza edizione di “Dolce e Speziato”

Il made in Italy riparte dal territorio. E riparte dalle scuole. Presso l'Istituto professionale di Stato per i servizi di enogastronomia e l'ospitalità alberghiera di Ladispoli si è svolta la terza edizione di "Dolce e speziato", evento che vuole valorizzare le aziende del territorio con l'obiettivo di mettere in contatto gli imprenditori con gli studenti che saranno gli operatori di domani.

Ad aprire la prima giornata è stato lo scrittore Massimo Trizzino. L'intervento di Trizzino, esperto di cucina romana, ha illustrato agli studenti dell'istituto alberghiero tutti quegli ingredienti molto utilizzati nella tradizione culinaria, dall'antica Roma al medioevo, che stanno andando perdute.

Ad illuminare gli occhi dei ragazzi ci ha pensato la birra, bevanda amata dai più giovane: Valerio Fratoni, proprietario del Birrificio artigianale Aurelio, nato proprio a Ladispoli ha raccontato la sua esperienza professionale che sta raccogliendo numerosi successi in Italia e anche all'estero. La birra esiste da sempre, ma viene intesa sempre più come momento di degustazione per stare insieme, non più come consumo veloce e fine a se stesso: "una nuova spinta dal basso – ha dichiarato Fratoni – sta facendo in modo che il consumo di birra artigianale stia sorpassando quella industriale".

Dalla birra al miele di Giorgio Poeta, imprenditore agricolo dal 2002. Nel 2011 Poeta ha lanciato un prodotto unico al mondo che ha ricevuto numerosi riconoscimenti: il miele di acacia invecchiato in barrique. "Abbiamo realizzato una piccola missione impossibile come la creazione un prodotto gastronomico completamente nuovo – ha dichiarato – Tutto è iniziato per gioco, siamo partiti senza finanziamenti sfruttando gli strumenti che avevamo a disposizione, la nostra passione e miscelando nella giusta misura le tre T: tradizione, tecnologia e talento".

A chiudere l'incontro è stata la prima, e finora unica, cantina di Ladispoli, La Rasenna, attraverso le parole di Catia Minghi: "Il nostro vino è un sogno realizzato nel 2007 da Francesco Gambino". Moscato, sauvignon, vermentino, ma anche verdot, cabernet franc e syrah, Minghi ha spiegato agli studenti l'unicità del prodotto: "Il vino è un'opera che non può essere progettata a tavolino: ogni stagione contribuisce a sviluppare un vitigno diverso in base all'influenza del clima o del mare che ogni anno cambia". Il paragone con ciò che si mangia nei fast-food è presto fatto: cibo e bevande standard che non cambiano mai in ogni epoca e in ogni angolo del mondo. La forza del made in Italy è proprio in questo e toccherà agli studenti in platea realizzare nuovi sogni imprenditoriali.

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