Le parole della Grande Moschea di Roma sull’attentato a Parigi

“Siamo tutti chiamati a rispondere a questa minaccia, poiché la minaccia si alimenta del silenzio”

"Basta stare zitti di fronte all'ennesimo attacco terroristico, è ora di rispondere a voce alta". E' quanto chiede Abdellah Redouane, segretario generale del Centro islamico culturale d'Italia che gestisce la Grande moschea di Roma, commentando la strage di Parigi costata la vita a otto giornalisti del giornale satirico Charlie Hebdo, due agenti di Polizia, un ospite e il portiere dello stabile del giornale.

In una nota, il Centro islamico si dice "vicino ai parigini, alle forze dell'ordine della Capitale e a tutto il popolo francese per il brutale attacco subìto". Per Redouane, che esprime "solidarietà e vicinanza alle famiglie delle vittime e al popolo francese per il grande tributo di sangue versato", è il momento "per stringerci a tutti loro e condividerne il dolore, ma è anche un momento per riconsiderare il fallimento del vivere insieme voluto e causato da elementi terroristici. E' necessario restare uniti contro la barbarie e la violenza e lavorare sempre più uniti, non solo per garantire e difendere la libertà di stampa e di opinione, ma più in generale per proteggere la democrazia, minacciata da forze oscurantiste di inusitata mostruosità". 

"Ogni silenzio è divenuto ormai intollerabile e inaccettabile, un silenzio pieno di ignavia non può che trascendere nella connivenza e nella complicità. Va respinto. Siamo tutti chiamati a fare un esame di coscienza, ma anche a rispondere a voce alta a questa minaccia, poiché la minaccia si alimenta del silenzio. Ciò si può fare solo rafforzando il lavoro di chi è impegnato in prima linea in favore del dialogo tra le religioni e le culture e per la promozione dei principi di pluralismo e rispetto della libertà. E' dovere inderogabile di ognuno di noi, di ogni credente".

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