Mondiali Russia: Cosa impedisce a Leo Messi di vincere in nazionale?

Dopo il pareggio deludente dell’esordio con l’Islanda, la ‘Selecciòn Argentina’ oggi alle ore 20, incontrerà la Croazia

Dopo il pareggio deludente dell’esordio con l’Islanda, la ‘Selecciòn Argentina’ oggi alle ore 20, incontrerà la Croazia; una delle squadre più ostiche del gruppo D. Sampaoli, ancora non ha dato ai giornali la formazione; a suo dire “perché non l’ha definita”ma probabilmente, la squadra, almeno durante il primo tempo, sarà la seguente: Caballero; Mercado, Otamendi, Tagliafico; Salvio, Pérez, Mascherano, Acuña; Messi, Agüero e Pavón. Nella conferenza stampa, l’allenatore argentino ha difeso a spada tratta il suo capitano. "Messi- ha detto – non può essere il responsabile di un fallimento" e ha aggiunto: "Quando Leo fa un gol, lo gridiamo tutti e ci sentiamo tutti partecipi” ma quando non vinciamo, scarichiamo tutta la responsabilità addosso a lui. E’ il migliore giocatore del mondo e questo ci dà un plus valore, ma non ci permette di cambiare la realtà di una partita. La gara con la Croazia sarà complessa per l’Argentina. La Croazia sarà diversa dalla Nigeria.”

Secondo alcune voci Leo Messi alla fine della prima partita del mundial ha pianto per il dispiacere del rigore non segnato. E può darsi che sia stato così veramente, perché Lionel è un uomo sensibile e responsabile. Sull’autorevole giornale Clarìn, di Buenos Aires, di oggi alle ore 20:00, vi è la notizia che la società offshore registrata in Panamà da Leo e suo padre Jorge Messi, è attualmente in attività. Questo reiterato problema, senza dubbio, gli starà generando nuove preoccupazioni, che senz’altro influenzeranno la sua gara di domani.

Leo Messi, nella “Selecciòn Argentina” non è riuscito finora a dimostrare il suo vero e riconosciuto valore internazionale; come se qualcosa di misterioso le impedisse di giocare come egli sa giocare. Alcuni dicono che sia a causa della soggezione nei confronti di Maradona; qualcun altro, invece, che sia ‘sudditanza’ psicologica nei confronti di Ronaldo. Personalmente credo che nessuna delle due ipotesi sia la causa delle difficoltà di Messi con la ‘Selecciòn’. Io avrei un’ipotesi apparentemente fantasiosa e banale, ma senza dubbio possibile. Secondo me, Messi, potrebbe soffrire di una sindrome particolare, che definirei “Sindrome della patria reale”.

La sindrome della patria reale è lo stato d’animo di una persona, costretta a emigrare in un’altra nazione, in tenera età, perché nel suo paese (uno dei più ricchi del mondo) nessuno si è offerto a pagare le medicine necessarie a farlo crescere; neanche il prestigioso club Newell’s old Boys, dove egli giocava da bambino. La storia di Leo Messi potrebbe essere a pieno titolo uno degli episodi più commoventi del libro Cuore del fratello massone Edmondo De Amicis. La sua malattia, la difficoltà della famiglia costretta a lasciare la città di Rosario per trasferirsi a Barcellona, i problemi iniziali per ambientarsi alla vita catalana, l’incertezza della riuscita e la nostalgia del ‘barrio’, ne tracciano un racconto meraviglioso di amore per il pallone e di volontà di riuscire eliminando tutti i muri apparentemente invalicabili.

Un ragazzino di 10/11 anni che cambia nazione, soprattutto per una causa così grave, come fa a non amare la terra che lo accoglie e gli paga le spese per l’ormone della crescita, e gli permette di diventare il più grande calciatore del suo tempo? Ecco, forse, crescendo, Messi ha avuto il medesimo sentire dell’autore di quest’articolo (emigrato a 1 anno in Argentina e tornato in Italia a 14) quello di non sapere più se era italiano o argentino, italino o argentano. Messi forse, a un certo punto della sua vita, avrà percepito le medesime contrastanti emozioni. “Sono argentino o sono spagnolo? Anzi catalano?” si sarà chiesto. “Qual è la mia vera patria? L’Argentina? la Spagna? La Catalogna?

Mi auguro che oggi egli possa smentirmi totalmente. Mi auguro che faccia un partitone. Il migliore della sua storia. Leo è una persona meravigliosa, come suo padre Jorge e il resto della famiglia. E io da vecchio ‘leproso’ come lui e ‘pecho frio’ come lui, ex pulcino ed esordiente del Newell’s old boys come lui, gli potrò dire: Lio, ho scritto questo su di te per scaramanzia.

* La foto di Leo Messi è presa dalla copertina della sua pagina Facebook

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