Morto lo squalo bianco dell’acquario giapponese di Okinawa

Finisce nel peggiore dei modi, lo sciagurato esperimento tentato all’Okinawa Churaumi Aquarium in Giappone

squalo

Finisce nel peggiore dei modi, lo sciagurato esperimento tentato all’Okinawa Churaumi Aquarium in Giappone. Era stato catturato solo pochi giorni fa da un gruppo di pescatori, al largo della costa che si affaccia su Yomitan, piccola località nei pressi di Okinawa. L’animale, un grande maschio lungo 3 metri e mezzo, era riuscito a sopravvivere allo choc della cattura così come al lungo trasporto che lo aveva portato ad occupare una vasca del noto acquario giapponese.

Un grande squalo bianco che nuota in una vasca del nostro acquario, devono avere pensato in molti, può essere una fonte di richiamo irresistibile per il pubblico che accorrerebbe in massa! Sì, per vedere il “terrore dei mari” ridotto a vivacchiare in una tinozza.

Fin da subito, però, le cose non sembravano funzionare a dovere. Il protagonista dello show si rifiutava di collaborare, di nutrirsi. Come fosse un pesce rosso formato gigante, aveva incominciato a girare stancamente nella sua maxi palla di vetro cercando, illuso, una via di fuga.

Nel frattempo, a notizia trapelata, la Rete aveva cominciato a mobilitarsi in favore della liberazione del predatore. Milioni di click che avevano fatto il giro del mondo. Lo squalo, in quelle ore, ha raccontato un portavoce dell’acquario, cominciava a dare segni di insofferenza fisica tanto che si era deciso di trasferire l’animale, in una vasca separata. Qui, speravano di poterlo seguire con più cura.

Evidentemente non erano stati presi in considerazione tutta una serie di fattori che fanno dello squalo bianco uno squalo unico. E’ noto, infatti, che non sopporta la cattività. Migratore e nuotatore instancabile, percorre migliaia di miglia in un mese seguendo le rotte che la Natura ha pensato per la sua specie. Solitario, lo si incontra in compagnia dei suoi simili solo in occasioni legate al cibo o all’accoppiamento, quest’ultimo, peraltro, ancora mai osservato e filmato da alcuno.

Probabilmente, i cervelli dell’acquario giapponese, devono aver strizzato l’occhio ai colleghi statunitensi del Monterey Bay Aquarium dove, da diversi anni, un esemplare di squalo bianco, saltuariamente, fa bella mostra di sé nelle vasche della struttura. In quel caso, va precisato, si tratta di un piccolo di circa 2 metri che, una volta catturato, viene mantenuto nell’acquario per un breve periodo di tempo prima di essere rilasciato in mare e sostituito da un suo simile. Meccanismo, questo, nato dopo le prime, tragiche esperienze americane che si erano tradotte con la morte del pesce e il conseguente fallimento di tutti i tentativi di mantenere a lungo in vita gli squali bianchi catturati.

Esperienze finite male che, evidentemente, hanno insegnato poco o nulla ai signori giapponesi che, oggi, si trovano a fare i conti con un fallimento annunciato nato dall’arroganza umana di chi contrabbanda la vita di animali, anche a rischio di estinzione come lo squalo bianco, pur di accaparrarsi il palcoscenico internazionale che, sempre più spesso, significa profitto.

E allora, mentre in queste ore, veterinari e scienziati della struttura stanno investigando sulle cause della morte dello squalo, il mondo torna ad interrogarsi in merito a delfinari e acquari che ospitano specie delicatissime come le orche, i delfini e i pinnipedi che, troppo spesso, sono trasformati in clown senza trucco né parrucco. Tra una popcorn e una cola annegata nel ghiaccio, ci si accomoda sulle poltroncine, pronti per l’ennesimo salto o piroetta… Siamo sicuri che questo sia il modo migliore per avvicinare bambini e adulti alla Natura? E poi, da dove arrivano quei simpatici animali che sembrano divertirsi tanto mentre si tuffano a ritmo di musica e fanno un sacco di schizzi?

A proposito, il delfino, così carino che, quando lo guardi da vicino, sembra sorridere, non sorride affatto. Potesse rispondere, probabilmente direbbe: “No, non rido.. E’ che mi disegnano così”.

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