Questi fantasmi

Cosa sarebbe accaduto se Hubbell avesse sposato Katie e fossero vissuti felici e contenti?

Avrete già capito che mi sto riferendo ai due protagonisti di “Come eravamo”, celebre 'cult movie' di Sidney Pollack datato 1973 con tanto di splendida colonna sonora della Streisand, nel film in veste di attrice e cantante.

Cinema a parte, passando per i più classici Romeo e Giulietta attraversando le vicende dell'infelice Werther di Goethe, sino ad arrivare alla Daisy dei ricordi di Gatsby di F. Scott Fitzgerald, la letteratura di tutti i tempi e Paesi ci ha abituato ad amori infelici. Di più, esistono anche quelli, come nel film precedentemente citato, che definirò: 'amori incompiuti'. Quelli che: “chissà cosa poteva succedere” e, invece, non è stato possibile. Magari 'lui' aveva già una moglie e una figlia, oppure 'lei ' doveva partire, o ancora 'lui' aveva necessità di andare via o la compagna era malata, una specie di 'Zelda', tanto per tornare a citare Francis Scott Fitzgerald. Tutte 'scuse' per ovviare a una mancata 'corrispondenza d'amorosi sensi' per dirla con Foscolo? O, peggio, vigliaccheria quasi sempre maschile con conseguente paura di abbandonare il 'focolare domestico' per quella che si preferisce mantenere 'relazione extraconiugale' o, comunque, 'storia parallela'? Però non si tratta solo di amori nati fuori da relazioni 'ufficiali', anzi spesso si tratta di storie d'amore che si interrompono senza una 'causa esterna', almeno non apparente e visibile come un 'terzo incomodo' che si oppone alla coppia.

Tuttavia, esistono versioni della questione 'amore incompiuto’ assai diverse. Il 'vero amore' è quello che non ha trovato una risposta? quello che più semplicisticamente e semplicemente rimpiangiamo? Perché c’è sempre qualche relazione triste da ricordare quando ascoltiamo una canzone d’amore? Forse è vero ciò che diceva Enrico Brizzi: “giacché si ama solo nel ricordo, è scritto” (Ma lui era un adolescente quando al suo esordio letterario pubblicò la storia di Alex e Haidi). Probabile che in maniera sottesa esista quasi una forma si autocompiacimento nel non raggiungimento dell'amore pienamente vissuto. Il grande amore è quello che ricordiamo quando pensiamo ad un’estate torrida senza un quattrino in tasca, gironzolando nel supermercato di Ostia Lido per comprare un panino, tante idee nella testa e sogni da condividere assieme? A volte il ‘fantasma’ del nostro 'ex', che cinicamente io definisco ‘il morto’, giacché trattasi di ‘elaborazione del lutto’ (sia pure di 'lutto passivo', ma sempre di elaborazione del lutto si parla per la fine di una storia), è meno nitido. In altre occasioni, il fantasma si ingigantisce fino quasi a diventare l’emblema perfetto del nostro ‘amore perfetto’. È un altro alibi per difenderci da un possibile coinvolgimento con l’uomo che stiamo conoscendo e quindi da un'altra probabile rottura? È più facile confrontarsi con un fantasma?

Un 'ex' è perfetto, un ricordo, un‘morto’, non può risponderci, non arriva tardi agli appuntamenti, non ha quel maglioncino color aragosta che ci fa tanto inorridire, non posticipa l’uscita per il cinema. Insomma, non ha difetti come l’uomo con cui occasionalmente o meno stiamo uscendo. Il fantasma dell'ex è sempre pronto in ogni occasione, ci restituisce fiducia, autostima, amore, comprensione e felicità. Nell' 'assenza'siamo autosufficienti, mie care, mica piccola come scusa per allevare un fantasma. Francesca, 20enne universitaria, mi confidava che l'uomo che rimpiange è Marco, un suo ex che l'ha lasciata due anni fa e lei cerca spasmodicamente di riconquistarlo. T., 41 anni impiegata statale, ricorda ancora un certo F. , con cui durante le 'pause pranzo' ebbe degli scambi di conversazioni e nulla più, lo menziona come se fosse stato l'uomo della sua vita, mentre suo marito la ama e le sta vicino da oltre dieci anni. Un musicista, conosciuto su internet da Veronica, 24 anni laureanda, con cui non ha mai 'consumato', pensava che lei fosse la sua 'anima gemella' e non sua moglie con cui vive da dieci anni e che prima di sposarlo ha lasciato lavoro e famiglia per seguirlo in un'altra città. V., un giornalista di 50 anni, sposato da quasi trenta e padre di due figli, mi confidava che reputava il suo grande amore una donna con cui aveva tradito sua moglie per un paio di mesi e che non aveva più rivisto, ma che sapeva essersi sposata nel frattempo. S., segretaria di uno studio legale, 38enne, dopo aver lasciato ben quattro volte nell'arco di otto anni il suo uomo di allora, due delle quali a pochi mesi dal matrimonio, sperava di incontrare il suo ipotetico grande amore frequentando un supermercato per singles. Ora ha un figlio da un milanese di origine siciliana conosciuto su un social network per far ingelosire un altro ex ( non quello degli otto anni), milanese anche lui.

“Tu non molli mai” dice Hubbell-Robert Redford a Katie-Barbara Streisand nell'opera di Pollack. Forse la risposta è tutta qui. Forse se avessero entrambi 'mollato' avrebbero avuto il loro 'lieto fine'. In verità, non ho mai pensato che Katie potesse diventare una mogliettina perfetta, come non ho mai creduto che Hubbell diventasse più 'profondo' e maturo anche nella scelta delle sue relazioni e del suo lavoro di scrittore. Probabilmente ciascuno di noi merita almeno un 'amore incompiuto' nella propria vita. Uomini e donne non cambiano, i fantasmi , però, si dileguano, prima o poi. Giusto il tempo di una bella canzone, una lacrimuccia di commozione per il tempo perduto, per quel 'come eravamo' che il nostro 'fantasma' rappresenta e poi l'incontro che attendevamo forse è proprio lì , dietro l'angolo che aspetta.
Anni di autoanalisi mi hanno resa poco avvezza all’amore tutto: ‘assenza, tormento ed estasi’. E comunque i 'morti', intesi come 'ex',(con tutto il rispetto per quelli 'veri' che il 2 novembre commemoriamo seriamente), tornano (quasi) sempre nell’Ade.

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