San Cesareo, lettera di una mamma angosciata per la scuola

“Sono preoccupata per il futuro dei nostri figli. Strutture inadeguate, prezzi degli scuolabus spropositati: fare la mamma a San Cesareo è un’impresa”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

All'Ufficio Scolastico Regionale – D.G. Gildo De Angelis – direzione-lazio@istruzione.it

All‘Istituto Comprensivo San Cesareo – Prof.ssa Claudia Lupi – rmic8ae00n@istruzioneit

Al Sindaco Pietro Panzironi – pietro.panzironi@sancesareogov.it

All‘Assessore alla Pubblica Istruzione e Servizi Scolastici — Alessandra SABELLI –

alessandra.sabelli@sancesareogov.it

All'Assessore alla Cultura, Ambiente e Attività produttive – Massimo Mattogno –

massimo.mattogno@sancesareo.gov.it

Al Consigliere Dario Pasqualini — dario.pasqualini@sancesareo.gov.it

AI Consigliere Arianna Bellia — arianna.bellia@sancesareogov.it

AI Consigliere Ilaria Ponzo – ilaria.ponzo@sancesareogov.it

AI Consigliere Stefano Roma – stefano.roma@sanoesareo.gov.it

Al Consigliere Emilio Montagner – emilio.montagner@sancesareogov.it

AI Comitato Genitori H Attivi — infohattivi@gmailcom

All'Associazione Alza la mano — infoalzalamano@gmailcom

 

Lettera aperta di una mamma di San Cesareo

 

Caro Provveditore, tu che sai che la scuola è un diritto e agevolare la frequenza un dovere di chi la tutela. Sono una mamma e come tale mi sento di fissare su questi fogli tutto ciò che rende il mio esserlo molto più difficile!

Abitiamo a San Cesareo in provincia di Roma, ma dalla vicinanza a questa grande città non traiamo alcun vantaggio. L'amministrazione di questo paese ha fatto sì che in pochissimi decenni la San Cesareo che aveva dietro la storia dei capannari e dei campi coltivati fosse solo un ricordo costruendo in ogni dove e incrementando così un notevole aumento demografico.

Molti giovani sposi sono stati spronati a lasciare la “grande città” per popolare questo e altri paesi in crescita. Ma da sposini a neo-genitori per molti il passo è stato breve: nove mesi e ci si è trovati di fronte il grande muro dei servizi inesistenti o spesso ma! progettati!

Sono tantissime le mamme di San Cesareo che hanno dovuto lasciare un lavoro sicuro perché qui non c'è la possibilità di usufruire degli asili nido convenzionati e la convenienza di portare i pargoli da privati, lo sappiamo tutti, non c'è. Come non ci sono posti alla scuola materna che invece, per legge, i bimbi nati entro il 31 marzo hanno diritto di frequentare.

Qui a San Cesareo restano fuori lista anche bambini di tre anni compiuti e moltissime mamme sono costrette a tenere i figli a casa, senza tra l'altro poter neanche frequentare un parco giochi, visto lo stato INDEGNO in cui si trova. Sì, la parola indegno rende l'idea del parco del paese!!

Ed ecco che per molte di noi si sono aperte le parte dello status “casalinga” sulla carta d’identità e questo ha pesato non poco sui bilanci familiari di moltissime famiglie. L'amministrazione comunale e gli enti scolastici sembra però vivano su un altro mondo, aumentando tasse, costi dei servizi e donazioni "per niente volontarie". Si promettono aggiustamenti di anno in anno, rimedi che non arrivano mai e inguaiano sempre più noi famiglie e lo stato di accoglienza dell'istituzione SCUOLA.

Insomma, oggi ci ritroviamo ad avere un altissimo tasso di disoccupazione fra le mamme e se per risparmiare vogliamo avere una sola macchina per famiglia neanche lo possiamo fare perché gli scuolabus di San Cesareo viaggiano "a prezzi da Formula 1". Ebbene sì:  dal 2013 al 2016, il prezzo dei pulmini è lievitato da 22€ a 80€  a bambino. Quest'anno sarà il più difficile per molte famiglie che vedranno i costi della mensa scolastica e dello scuolabus triplicati in pochi anni, senza aver alcun potere di decisione, anzi, un potere ce l'hanno lasciato: decidere o meno di usufruire della mensa. Quale genitore però riuscirà a spiegare ai propri figli di non avere le possibilità economiche per far sì che possano mangiare comunque insieme ai loro compagni e non "ghettizzati"in un'altra aula? Come spiegare a dei bambini piccoli che il loro pasto non può essere consumato TUTTI INSIEME? Ma come, la convivialità, l'inclusione, non era uno dei punti importanti e inalienabili della scuola?

A volte mi chiedo cosa sia rimasto in questa "buona scuola" delle prime scuole pubbliche, cosa sia rimasto di quell‘obbligo di istruzione che tanto ci doveva salvare dall’ignoranza. Qui si sta travisando il diritto all'istruzione obbligatoria con il "diritto" delle aziende di speculare. La mensa e il pulmino dovrebbero essere dei servizi che permettono ai genitori di gestire lavoro e figli e per la comunità gli scuolabus saprattutto sono una risorsa importantissima fatta anche per smaltire il caos e il traffico che si crea davanti le scuole.

Ma forse al Comune di San Cesareo, che ci ha lasciato con soli 2 pulmini, questo non interessa. Non c'è mai stata da parte loro nessuna apertura a progetti o gare al ribasso, l'azienda trasporti resta la stessa da anni a discapito di TUTTI i cittadini! Potrei scrivere per ore, man mano che la penna scorre mi viene in mente la volontà di genitori esasperati, espressa in un consiglio aperto nel 2013, dove le stesse mamme hanno lanciato il grido di aiuto e avanzato proposte alternative che, se studiate da qualcuno più capace, volenteroso, non avrebbero portato a questa situazione.

 Progetti diversi, tempistiche più veloci, avrebbero portato alla risoluzione di almeno alcuni dei problemi delle scuole di San Cesareo. A partire dalle strutture scolastiche iniziate e mai terminate e a farne le spese sono i piccoli alunni, costretti da anni a frequentare le lezioni in container che il sindaco si ostina a chiamare "moduli abitativi", ma sempre container restano. E di anno in anno si prende solo l’iniziativa, arbitraria e costosa, di aumentarli senza mai mettere fine a questo scempio

Ci sono poi bambini nella scuola elementare "di mattoni", (cosi la chiamano i bambini per differenziarsi da quei poveretti che fanno lezione nei container) che sono in aule minuscole, con al piano terra porte di ingresso in aula che si aprono verso l'interno e grate senza chiavi alle finestre. In pratica le mamme di San Cesareo vanno a portare i figli a scuola sospirando e pregando! Per non parlare della scuola media, un edificio vecchio e fatiscente da mettere strutturalmente in sicurezza, che perde i pezzi anche senza l'aiuto di terremoti o agenti atmosferici.

Che poi parlando con altre mamme, Mamme con la M maiuscola, mi rendo conto che ci sono anche donne che nel cuore hanno un dolore grande e se io porto i miei figli a scuola ogni giorno pregando che non succeda nulla, queste mamme vivono nella consapevolezza che i loro bambini, disabili in carrozzina, in caso di evacuazione, devono essere gli ultimi a lasciare l 'istituto per non intralciare. Mi si è gelato il cuore,da mamma posso solo immaginare con quale angoscia devi rassegnani all’impossibilità per il tuo comune di prvvedere ad un piano di evacuazione veramente facilitato per chi ha difficoltà motorie come tuo figlio.

Insomma, fare la mamma a San Cesareo è una battaglia, è soprattutto complicato far capire ai nostri figli che questo non è quello di cui avrebbero diritto, che la colpa non è la loro e che certo non valgono meno dei bambini, per esempio, del Trentino Alto Adige, che vivono in strutture diverse con servizi da paese Europeo. Noi cerchiamo in ogni modo di dimostrare ai loro occhi che la nostra non è un resa, ma una battaglia silente e continua, perché i diritti dei quali ci dobbiamo a ogni costo riappropriare sono tantissimill! Piano piano le mamme di San Cesareo stanno diventando Valchirie e ci scommetto tutto che, prima o poi, per il bene dei nostri figli, riusciremo a cavalcare I 'onda della legalità e dell'uguaglianza .

Una mamma

 

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